La Russa: «In Italia viviamo un interminabile dopoguerra, occorre un processo di pacificazione»
«Il mio desiderio per il tempo in cui mi toccherà svolgere questo importantissimo ruolo è quello della pacificazione». Così Ignazio La Russa nel tradizionale incontro del presidente del Senato con la stampa parlamentare per gli auguri natalizi. «Nessuno mi venga a dire – ha aggiunto – che non ce ne è bisogno. In Italia siamo ancora in qualche modo in un interminabile dopoguerra». Tanto è vero che ne parlò anche Luciano Violante nel suo discorso d’insediamento alla presidenza della Camera. «Mi rifaccio al suo pensiero sperando che i tempi siano più maturi perché il processo di pacificazione cammini più velocemente», ha auspicato la seconda carica dello Stato.
Così La Russa alla stampa parlamentare
Egli stesso, ha ricordato, rese onore ai partigiani deponendo «un enorme mazzo di fiori» ai piedi della scultura che ne celebra il sacrificio nel cimitero di Milano. Anche la stampa ha un ruolo in questo processo. La Russa la definisce «essenziale e decisiva» per cementare il rapporto tra cittadini e istituzioni («che però devono meritarselo»), oggi minato da troppi preconcetti. «Solo voi – ha detto ai cronisti – potete veramente uscire da ogni pregiudizio e dare a Cesare quel che è di Cesare». In ogni caso, ha tenuto a sottolineare, è «dalla libertà di stampa che si misura la libertà di una nazione».
«Riformare il bicameralismo»
In tempi di esame della manovra economica da parte del Parlamento non poteva mancare un riferimento diretto all’attualità. «Sono anni ormai che la legge di Bilancio prima la fa la Camera o il Senato», ha sottolineato La Russa. Di fatto, però, la seconda lettura è sempre inibita dal ricorsa al voto di fiducia. Ragion per cui, piuttosto che farla rimbalzare tra le due Camere «facciamo una legge costituzionale in cui si dice c’è il bicameralismo ad eccezione della legge finanziaria. È più serio». Una “provocazione” utile a sveltire i lavori del Parlamento. «Credo che prima o poi una riforma della seconda parte della Costituzione possa e debba toccare il modo con cui il bicameralismo è inteso, senza arrivare ad un monocameralismo», ha sostenuto il presidente del Senato.
«La seconda carica? Un macigno»
Ma il riferimento alla manovra è, per La Russa, anche l’occasione per esortare i parlamentari ad evitare il ricorso all’esercizio provvisorio: «Sarebbe un danno per l’immagine per l’Italia, ma non penso avverrà». Il presidente del Senato ha toccato tutti i punti dell’agenda politica. Questa volta da una posizione terza e istituzionale. Perciò la battuta è d’obbligo: «Questa cosa della seconda carico dello Stato è una specie di macigno. Immagino, poveretto, quello che ha la prima carica dello Stato, deve essere terribile». Ma non per questo si è tirato indietro. Anzi. Ha definito «un mezzo buco nell’acqua» la riduzione del numero dei parlamentari, ha auspicato una «soluzione equilibrata» sul reddito di cittadinanza e ribadito la centralità del Parlamento sugli aiuti all’Ucraina. Infine un auspicio per l’Expo 2030: «Farebbe il bene di Roma e dell’Italia se riuscissimo ad aggiudicarcela».