La Farnesina frena la nomina di Di Maio per la poltrona Ue. Tajani: “Lo voleva Draghi, ma decide Borrell”

2 Dic 2022 8:23 - di Lucio Meo

Il retroscena pubblicato ieri dal Foglio è succoso. Il governo Meloni, e la Farnesina in particolare, si starebbe adoperando per bloccare la nomina di Luigi Di Maio come delegato della Ue alla gestione dei rapporti su gas ed energia con i Paesi del golfo Persico. Un “lascito” del precedente governo, una sorta di cambiale politica da pagare a Di Maio per aver spaccato (con esiti disastrosi, per la verità) il M5S sulla fedeltà al governo Draghi. E Marione, in persona, si sarebbe speso per il risarcimento politico all’ex ministro degli Esteri. “Niente di personale, ma Luigi Di Maio non è la proposta del nostro governo, ma di quello precedente”, starebbe ripetendo da giorni Antonio Tajani  a Bruxelles dove si prenderà la decisione.

Di Maio e la nomina alla Ue, i dubbi del governo Meloni

Secondo il Foglio, il ministro degli Esteri Tajani si starebbe dando molto da fare per bloccare la nomina del suo predecessore alla Farnesina, a parole e con i fatti. “Oltre alle dichiarazioni però c’è un lavorìo sotterraneo che sta andando avanti per fare in modo che l’ex capo del M5s salti. Il meccanismo, molto complesso, è pronto a mettersi in moto fra pochi giorni. E la posizione contraria di Tajani pone il governo Meloni davanti a un bivio: è meglio che l’Italia abbia un proprio rappresentante in un angolo del mondo strategico per la questione energetica purchessia oppure è meglio puntare su un uomo di un altro paese?”.

Alla fine la decisione spetterà a Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la sicurezza, che dovrà presentare la sua “raccomandazione” agli Stati membri. Soltanto se i paesi la sosterranno, all’unanimità, il Consiglio adotterà formalmente la decisione. Ma se il veto dovesse arrivare dall’Italia come sembra tutto diventerebbe molto complicato per Di Maio, se non impossibile.

Giggino si è inabissato e aspetta “la manna dal cielo”

E Di Maio? E’ scomparso dai radar, non parla, non commenta. E attende una nomina che per il Fogliosarebbe una manna dal cielo, il modo per passare due anni ai vertici delle istituzioni europee in un ruolo delicato e strategico, ma allo stesso tempo lontano dai riflettori e dalla politica italiana che tutto macina”. Ma se il veto dovesse arrivare dall’Italia come sembra tutto diventerebbe molto complicato per Di Maio, se non impossibile. Tajani ne ha parlato direttamente con Borrell, scrive il giornale di Claudio Cerasa, secondo cui  dentro Forza Italia “non hanno paura ad affermare che il loro candidato ideale è il greco Dimitris”.

Tajani precisa: “Decide solo Borrell”

Sulla ipotesi di Luigi Di Maio in corsa per diventare inviato Ue nel Golfo Persico “non ci opponiamo, ma la sua è una candidatura individuale, non del governo. L’ho già detto a Borrell; se lo nomina la scelta è soltanto sua”. E’ quanto sottolinea il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un passaggio della sua intervista di oggi su Repubblica, rispondendo alla domanda se il governo italiano appoggia la candidatura dell’ex titolare della Farnesina del governo Draghi, Luigi Di Maio, per assumere il ruolo di inviato speciale dell’Unione nei Paesi del Golfo Persico.

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