Mi manda Marione: la Ue offre a Di Maio una poltrona e un “reddito di cittadinanza europeo”

12 Nov 2022 8:50 - di Antonio Marras
Silente, da due mesi, dopo la batosta elettorale. Disoccupato, dopo essere stato trombato alle elezioni. Ma evidentemente Luigi Di Maio, uscito con le ossa rotta dal voto di settembre, sapeva che prima o poi sarebbe stato risarcito per quella sua adesione completa alla causa draghiana ed europeista e forse così sarà. Per l’ex ministro degli Esteri sarebbe in arrivo una poltrona che, volendo ironizzare, gli garantirà una sorta di reddito di cittadinanza “europea”, in linea con la sua disastrosa misura che in Italia doveva cancellare la povertà e che invece ha cancellato il partitino fondato prima del voto da Gigino. Ma intanto, la stima di Draghi e il sostegno ricevuto da Di Maio, che in realtà in maniera maldestra ha determinato la fine del suo governo, fanno immaginare che a proporre Gigino sia stato proprio l’ex premier. Da mi manda Picone, a mi manda Marione…

Di Maio e la poltrona offerta dalla Ue…

Secondo i giornali di oggi, Luigi Di Maio potrebbe avere un incarico europeo, forse quello di Inviato Speciale Ue per la Regione del Golfo Persico. Nella corsa alla poltrona, se la deve però vedere con altri trombati eccellenti, come il greco Dimitris Avramopoulos (ex ministro ed ex commissario europeo), il cipriota Markos Kiprianou (ex ministro degli Esteri) e infine un ex ministro degli esteri slovacco.
“La scorsa settimana si sono chiuse le audizioni dinanzi ad un panel di esperti incaricato di valutare i concorrenti e nei prossimi giorni verrà formulata una proposta all’Alto Rappresentante per la politica estera, lo spagnolo Josep Borrell. La scelta finale in effetti spetta proprio al capo del Seae (Servizio europeo per l’Azione esterna). E nelle preferenze dell’esponente spagnolo, Di Maio figura al primo posto”, scrive Repubblica. Ma a cosa serve un inviato speciale dell’Unione europea per la regione del Golfo? A gestire le politiche di approvvigionamento del petrolio, in questa fase critica con la guerra in Ucraina in corso.

I pasticci con gli arabi dell’ex ministro degli Esteri

Secondo Repubblica, nelle pagelle è stata valutata anche la circostanza che proprio Di Maio fu protagonista di un duro scontro con Arabia Saudita e Emirati Arabi. “Due anni fa l’allora governo Conte decise di bloccare la vendita di armi italiane a quei due Paesi. La reazione fu durissima, soprattutto da parte di Abu Dhabi che rispose con una sorta di embargo di tutti i prodotti italiani. L’allora ministro degli Esteri dovette spendere molto tempo e qualche visita nei due Paesi per recuperare i rapporti. Ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti. E per la Commissione, l’ex capo della Farnesina può essere il profilo migliore per trattare con gli Stati del Golfo Persico…”.
Ma ne siamo proprio sicuri?

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