Italianità della Corsica: molto più di una suggestione. L’associazione italo-còrsa Pasquale Paoli è al lavoro

28 Dic 2022 13:47 - di Gloria Sabatini

L’italianità della Corsica è un dato di fatto. Più difficile divulgare la storia di un lungo e controverso legame tra l’Isola della Bellezza e l’Italia. Già documentata da un libro di Gioacchino Volpe del 1939 (Storia della Corsica italiana) ripubblicato lo scorso anno dalla casa editrice Eclettica con una buona dose di coraggio.

Corsica italiana, le attività della associazione Pasquale Paoli

Sulle orme di Pasquale Paoli, u babbu di a patria, negli ultimi anni sono proliferate associazioni e centri culturali italiani con l’obiettivo di ‘perorare la causa’ della profonda, quasi ancestrale, italianità della Corsica. Convegni e iniziative editoriali che hanno alimentato il sodalizio con il popolo còrso. Perché la fratellanza tra giovani còrsi e italiani è pulsante. Trascurata dalla storiografia ufficiale e dalla grande stampa, l’italianità dell’isola è solo apparentemente argomento di nicchia per qualche eretico visionario. Può invece  essere riconquistata dall’immaginario collettivo. Basta non arrendersi alla narrazione comune.

La seduzione patriottica e irredentista

Il tema si intreccia alla seduzione patriottica del filone irredentista e si mescola alla partecipazione emotiva per una vera epopea. Che per ragioni poco note non seduce come quella del popolo dell’Irlanda del Nord, malgrado la maggiore vicinanza geografica. La Corsica è un pezzo d’Italia in mezzo al Mediterraneo, a poche miglia dalla Sardegna a pochi chilometri in linea d’area dalla costa toscana. “La nostra associazione culturale”, spiega il giovane Gabriele Bini, lucchese doc, lavora da qualche anno per riallacciare i rapporti storico-culturali, linguistici ed economici tra Corsica e Italia”.

Tutto nasce dai social: fratelli dalle origini

Tutto nasce dai social. Contatti, scambio di post, profili facebook: così prende forma l’Associazione italo-còrsa Pasquale Paoli, guidata da Stefano Tozzi, scrittore e capogruppo di Fratelli d’Italia al municipio I di Roma,  e Gabriele Bini. Per ora conta su tre sedi: Roma, Padova e Brescia. “Stiamo cercando di recuperare il trattato di Versailles del 1768 per dire che la sovranità della Corsica non è francese, ma italiana. Genova non ha mai venduto la Corsica ai francesi. Ma solamente dato in pegno alcuni porti isolani, per permettere ai francesi di sbarcare e sedare le rivolte degli indipendentisti corsi capeggiati da Paoli”. Questa la verità storica.

Naturalmente nessuno è così ingenuo da pensare di poter strappare la Corsica alla giurisdizione di monsieur Macron. Che pure nell’ultima campagna elettorale ha promesso impegni solenni per l’autonomia, poi rimasti lettera morta. Dopo la morte di Yvan Colonna, l’indipendentista pestato a sangue in carcere da una jihadista. L’obiettivo è quello di utilizzare il misconosciuto trattato per accendere i riflettori sul tema. E rafforzare i legami culturali ed economici con l’Italia.

U babbu di a patria: molto più di un capopolo

L’intitolazione a Pasquale Paoli è un atto dovuto.  Paoli (nato il 7 aprile 1785)  è molto di più di un capopolo con il pallino  dell’autonomia dal Continente. Ha sempre considerato i còrsi veri italiani, per lingua costumi, tradizioni oltre che per nascita. Durante la rivoluzione francese è acclamato a Parigi come un patriota. Fu poi arrestato perché accusato dal fratello di Napoleone di tradimento. Riparò in l’Inghilterra. Morirà nel 1807 a Londra dove è sepolto. A lui si deve la Costituzione della breve repubblica còrsa e l’ufficializzazione  della lingua italiana all’università di Corte.

Convegni, libri e petizioni online

“Stiamo lavorando insieme a dei còrsi”, prosegue Gabriele Bini, “per ristampare in francese il libro di Fabrizio Carloni L’occupazione italiana della Corsica. Che descrive in modo dettagliato quel periodo e sbugiarda le menzogne dei francesi sugli italiani. Nel libro è presente tra l’altro l’elenco di tutti i nomi dei caduti italiani morti per liberare la Corsica dai nazisti: 637 al confronto dei 72 morti francesi”.

Uscire dalla damnatio memoriae

Insomma non esiste soltanto il nobile irredentismo giuliano-dalmata. Negli ultimi anni uscito dalla damnatio memoriae del dopoguerra. L’associazione italo-còrsa Pasquale Paoli unisce rivendicazioni storiche all’attualità sociale. “Abbiamo lanciato molte petizioni online  che hanno riscosso grande partecipazione”. Quali? Tra le più significative quella di far partecipare le squadre còrse che ne facciano richiesta ai vari campionati italiani. E ancora la partecipazione degli artisti còrsi al Festival di Sanremo. “Perché, diciamolo chiaramente, la lingua còrsa è un dialetto italiano,  più vicino al toscano di altri dialetti italiani”, sorride Bini.

Ripristinare i vecchi collegamenti tra Corsica e penisola italiana

E ancora iniziative per ripristinare i vecchi collegamenti tra la Corsica e la penisola italiana, oggi scarsi, costosi e difficili. Infine la proposta di far passare il Giro d’Italia in Corsica. E dare la cittadinanza italiana ai còrsi che ne facciano richiesta. L’associazione è molto attiva sui social: gruppi Facebook, pagina Facebook e Instagram. Stefano Tozzi, che ha curato la ristampa del libro di Volpe, lavora da anni alla ‘causa’. Grazie al suo impegno è stata apposta una targa nella Chiesa della Nazione Còrsa a Roma a San Crisogono. La targa ricorda il ruolo avuto dalla Guardia Còrsa Papale nella Roma del Seicento.

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