Intercettazioni, avanti tutta: anche il Terzo polo a sostegno di Nordio. L’ira delle toghe rosse

9 Dic 2022 10:22 - di Francesca De Ambra
Nordio

Intercettazioni, avanti tutta. C’è anche il Terzo polo di Calenda e Renzi a sostenere l’obiettivo della «profonda revisione» (copyright di Carlo Nordio) della legge che attualmente regola il sistema. In compenso, la magistratura delle correnti è già in campo, fiancheggiata da Pd e M5S che a loro volta già pregustano la ripresa della «guerra tra toghe e politiche». Un avvertimento sinistro, se non una minaccia vera e propria. Della serie: chi tocca i fili muore. Ma toccare i fili che alimentano quel circo mediatico-giudiziario che a suon di intercettazioni  stronca carriere e rovina reputazioni è proprio quel che intende fare il governo. Sul punto il ministro Nordio è stato fin troppo chiaro.

Nordio vuole imporre uno stop agli abusi

E pazienza se l’Anm, il sindacato delle toghe (rosse) ha immediatamente sgranato il rosario della «Costituzione violata» o della lotta alla criminalità organizzata «depotenziata». Una parte cospicua della magistratura sa bene che il sistema che regola attualmente le intercettazioni è un colabrodo che fa male all’indagato e alla giustizia e che fa bene solo a chi pianifica carriere giudiziarie nelle redazioni dei quotidiani e carriere giornalistiche nei corridoi delle procure. In poche parole, l’intento di Nordio e del governo è riprendere il bandolo della matassa, imporre uno stop agli abusi e far recuperare alle intercettazioni la loro vera funzione: strumento di ricerca della prova e non fonte di sputtanamento a mezzo stampa. Non sarà facile, ma neanche impossibile.

Le parole di Mattarella

Sull’incandescente fronte della giustizia non sbaglia chi parla della legge sulle intercettazioni come la «madre di tutte le battaglie». Se Nordio riuscirà a venire a capo dell’ostilità preconcetta delle correnti dell’Anm e dei loro fiancheggiatori politici, il governo potrà poi dedicarsi all’altro grande obiettivo in tema di giustizia: la separazione delle carriere tra pm e giudici. Anche qui non sarà una passeggiata, anzi: l’opposizione Pd-M5S ricorrerà a tutto pur di non farla passare. Alla maggioranza basterà invece ricordare le parole pronunciate sul tema nemmeno un anno fa da Mattarella nel suo discorso di (re)insediamento al Quirinale. E la generale ola festosa che le accolse. E poi chiedere che cosa sia cambiato da allora ad ora.

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