Fortnite, la denuncia: «Crea dipendenza come la droga». Un giudice accoglie la class action

12 Dic 2022 12:10 - di Luciana Delli Colli
fortnite

Fortnite, il popolarissimo videogioco, finisce sotto accusa in Canada. Alcuni genitori hanno intentato una class action, sostenendo che dà dipendenza come una droga, e un giudice l’ha autorizzata, ritenendo che la questione non sia né «frivola», né «manifestamente infondata» e che, anzi, vada seriamente discussa ed è «supportata da accuse sufficienti e specifiche».

La class action contro Fortine: «Dà dipendenza come la droga»

In particolare, tre famiglie hanno denunciato che il gioco ha portato i figli a smettere di svolge attività di base come mangiare, lavarsi e dormire, tenendoli inchiodati per ore e ore allo schermo dei dispositivi sui quali gira, e che sono sostanzialmente sono tutti. I genitori hanno paragonato Fortnite all’eroina, sebbene nella battaglia legale, iniziata nel 2019, il paragone usato sia con il tabacco, essendo legale come il videogame. Tra i casi portati a sostegno della tesi ci sarebbero quello di un tredicenne che ha passato 7.700 ore in due anni (misurate in giornate si parla di 320 giorni) attaccato al videogame di battaglia e di un ragazzino di 10 anni che ha speso 600 dollari per compare gli elementi aggiuntivi del gioco, che nella sua versione di base si scarica gratis.

Il giudice del Quebec apre alla causa: «Temi seri da approfondire»

Ora il giudice della Corte superiore del Quebec, Sylvain Lussier, ha aperto alla tesi delle famiglie sostenendo che «i pericoli derivanti dall’uso di Fortnite rappresentano una questione da affrontare con serietà» e che anche «l’effetto dannoso del tabacco non è stato riconosciuto o ammesso dall’oggi al domani». Il giudice, inoltre, ha chiarito di non ritenere che Epic Game, la società che produce il gioco, abbia inserito volontariamente elementi che possono creare dipendenza, ma ha sottolineato che questo esclude che «ideatori e distributori» ne fossero a conoscenza.

La difesa della Epic Game, che produce Fortnite

La Epic Game, dal canto suo, si difende spiegando che gli strumenti di controllo forniti ai genitori sono fra i più avanzati del settore, che contemplano tra l’altro il monitoraggio del tempo passato a giocare e la necessità di approvazione per le transazioni economiche, le quali per i minori di 13 anni hanno anche una soglia giornaliera. «Porteremo avanti la nostra battaglia in tribunale siamo convinti che mostreremo come questo caso sia senza basi», hanno fatto sapere dalla società.

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