Carceri, FdI annuncia la linea dura. Al Beccaria rientra un quarto evaso, molotov a Rebibbia

26 Dic 2022 18:01 - di Lucio Meo

Allarme carceri, dopo la fuga di massa di ieri dal “Beccaria” di Milano e la rivolta finita con l’intossicazione di alcuni agenti di polizia penitenziaria. Oggi un terzo detenuto, evaso dal carcere minorile, ha fatto rientro nel penitenziario. Lo confermano fonti del sindacato Polizia Penitenziaria Sappe secondo cui a convincerlo sarebbero stati i genitori. Già ieri altri due detenuti, sui sette complessivamente evasi, erano stati presi. Dopo l’evasione ieri era scoppiata una protesta nel carcere minorile con alcuni detenuti che avevano dato fuoco alle celle tanto che un Reparto detentivo era stato dichiarato inagibile ed era senza luce. Quattro agenti, si era appreso dal Sappe, erano stati portati in ospedale per intossicazione e sono stati poi dimessi.

Dall’evasione al Beccaria alle molotov di Rebibbia: è allarme carceri

Un altro episodio molto grave è accaduto oggi a Roma. Bombe molotov sono state lanciate durante la notte nel parcheggio per il personale del carcere romano di Rebibbia femminile. Sull’ennesimo atto intimidatorio, per fortuna senza gravi conseguenze, sono in corso le indagini del Nucleo Investigativo Centrale del Corpo di polizia penitenziaria”. Ne dà notizia Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria. “La Polizia penitenziaria, per troppo tempo abbandonata dai governi e dalla politica ‘che conta’, continua a essere attaccata su più fronti: mentre a Milano evadevano sette detenuti del circuito ancora impropriamente definito per minorenni, visto che l’età dei reclusi può spingersi fino ai 25 anni, e venivano appiccati incendi, a Roma si attentava alla sicurezza degli operatori con bottiglie molotov lanciate nel parcheggio a loro riservato”, commenta il segretario della UilPa Polizia Penitenziaria.

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari e il responsabile per i Minori del Dap, Giuseppe Cacciapuoti, sono giunti oggi in visita al Beccaria, con la presenza del ministro della Infrastrutture, Matteo Salvini. “Ringrazio le Forze dell’Ordine per quello che stanno facendo in queste ore che per molti sono di gioia, sono di pranzi, sono di cene, ma per chi indossa una divisa sono di fatica, di lavoro e di impegno. Oggi incontrerò il direttore, per capire come mettere in maggior sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane”, ha detto Salvini.

Fratelli d’Italia chiede e annuncia la linea dura

E sempre sul fronte politico, Fratelli d’Italia annuncia misure urgenti. “Preoccupa la situazione nelle nostre carceri, con gli ultimi episodi di violenza che certificano una condizione di totale disagio all’interno degli istituti penitenziari italiani. Le evasioni dal carcere minorile di Milano e le molotov rinvenute a Rebibbia, a Roma, denotano la necessità di migliorare i sistemi di videosorveglianza e la messa in sicurezza dei luoghi di detenzione, per garantire l’incolumità sia degli agenti, a cui va la nostra solidarietà, dei cittadini, che dei detenuti stessi”, dice Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, alla Camera. “Non ci lasceremo intimidire da queste minacce e lavoreremo -aggiunge- per potenziare i sistemi di sicurezza e vigilanza”.

De Corato: “Solidarietà agli agenti penitenziari”

Da Milano, si fa sentire anche l’ex vicesindaco e  vice presidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera, Riccardo De Corato: “Ieri, proprio nel giorno di Natale, al carcere minorile Beccaria è successo di tutto! Detenuti evasi, provocati incendi che hanno intossicato diversi agenti accorsi e rivolti insulti a giornalisti e personale carcerario. I ragazzi evasi hanno tutti tra i 17 ed i 19 anni. Uno dei grossi problemi è che, questi ragazzi, spesso vengono definiti ‘minori‘ ma nella maggior parte dei casi stiamo parlando di persone senza documenti quindi, difficilmente, si riesce a capire se lo sono veramente oppure no. Esprimo la mia solidarietà e totale vicinanza agli agenti intossicati dal fumo provocato dai detenuti”.

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