Attentato alla Schlein, gli anarchici del gruppo “Carlo Giuliani revenge nuclei” rivendicano l’attentato

8 Dic 2022 14:08 - di Redazione
attentato Schlein

Alla fine dalla Grecia arriva la conferma di quanto ipotizzato e sospettato da subito sulla matrice dell’attentato a Susanna Schlein: un gruppo di anarchici greci, i cosiddetti “Carlo Giuliani revenge nuclei”, ha rivendicato la responsabilità dell’agguato di venerdì scorso contro un’auto della numero due dell’ambasciata italiana ad Atene. In un testo pubblicato su un sito web e ripreso dal quotidiano greco Kathimerini si legge: «Dal 20/10 Alfredo Cospito conduce uno sciopero della fame contro il regime di tortura impostogli dallo Stato italiano, sotto il nome di 41 bis…”Compagno, per quanto cerchino di seppellirti, non ti dimenticheremo mai”». Cospito è in carcere per aver gambizzato nel maggio del 2012 Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare.

Attentato alla Schlein, gli anarchici greci rivendicano l’attentato

Dunque, ora l’attentato nella notte ad Atene ai danni del primo consigliere dell’ambasciata italiana in Grecia, Susanna Schlein ha una firma: quella anarchica. Una pista che ha preso corpo sin dal primo istante delle indagini sulla vicenda, che la Farnesina ha condannato con la massima fermezza. E che oggi, le indagini sul grave atto criminoso compiuto la notte di una settimana fa – quando gli attentatori hanno dato fuoco all’automobile della sorella della candidata alla segreteria del Pd, Elly Schlein – ora confermano.

Sono gli anarchici appartenenti ai cosiddetti “Carlo Giuliani revenge nuclei”

Sono stati gli anarchici greci, i cosiddetti “Carlo Giuliani revenge nuclei”, a far esplodere l’auto della diplomatica ad Atene. La Schlein, svegliata da alcuni botti in rapida successione, fortunatamente si era accorta subito del tentativo di appiccare il fuoco a una seconda auto di sua proprietà, nei pressi della quale è stata poi rinvenuta una bottiglia molotov con la miccia semi-consumata. La polizia greca aveva promesso indagini a tappeto e celeri. E così è stato.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi