Violenza sulle donne, Roccella: un dramma per cui servono ascolto e azione. Ecco le iniziative del governo

25 Nov 2022 9:29 - di Bianca Conte
violenza donne

L’immagine del governo schierato davanti a Palazzo Chigi interamente tinto di rosso, con marchiati a fuoco i nomi delle 104 donne uccise nell’ultimo anno, lancia un grido d’allarme e di dolore forte e potente. Un richiamo alla solidarietà e all’unitarietà di intenti e iniziative concrete che, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la titolare del dicastero della Famiglia Eugenia Roccella vede riecheggiare anche nello slogan di quest’anno sul 1522, che non a caso recita: “Non sei sola”. Perché, come spiega anche la neo-ministro in un’intervista a tutta pagina su La Stampa in edicola oggi, «le donne che spesso sono forti, sono capaci di ribellarsi, ma devono trovare ascolto e sostegno. Devono trovare solidarietà, non abbandono».

La giornata contro la violenza sulle donne: l’intervista al ministro Roccella

Ascolto e sostegno sono dunque le coordinate che il governo e il ministro Roccella stanno seguendo per prevenire e affrontare la violenza contro le donne. Con un programma che la stessa Roccella in vari interventi ieri, e con l’intervista di oggi al quotidiano torinese, illustra e commenta in prima persona dicendo: «Un vasto programma, come dire. Benché siamo al governo da pochissimo, nella finanziaria abbiamo già implementato il fondo per i centri antiviolenza e per le case rifugio di dieci milioni. E abbiamo incrementato il fondo anti-tratta che necessitava di nuovi fondi anche per via delle rifugiate ucraine. E avviato l’iter per istituire la commissione sul femminicidio a livello bicamerale, rafforzandola».

Un dramma su cui serve ascolto e solidarietà

Non solo. Proseguendo nel presentare l’ingente e significativo lavoro svolto fin qui in appena un mese di governo, il ministro Roccella fa sapere anche che: «Faremo inoltre una grande campagna per la diffusione del numero verde 1522, che è il primo strumento con il quale si intercettano le donne. Il primo aggancio che le donne possono avere per arrivare poi ai centri antiviolenza». Perché, si apprende con stupore, molte donne non ne conoscono ancora l’esistenza. Tanto che il ministro della Famiglia spiega: «Il problema è che il numero 1522 veniva diffuso solo intorno alla giornata contro la violenza, così come lo spot. Molte donne non lo conoscono affatto».

Violenza sulle donne: le iniziative del governo

Per questo, prosegue la Roccella, « noi vorremmo rilanciarlo in uno spot continuativo nel tempo. Abbiamo stipulato accordi con le poste italiane – ha anche ricordato – per diffondere il numero attraverso i monitor dislocati alle nelle 15mila sedi degli uffici postali». Non solo. «Verrà esposta una locandina che abbiamo già predisposto – continua il ministro –. Non abbiamo fatto in tempo a distribuirla per il 25, ma sarà affissa tutto l’anno. Io penso che tutte le donne prima o poi passino almeno una volta in un ufficio postale. Cercheremo di rendere anche lo spot non occasionale ma continuativo»…

Violenza sulle donne, il ministro Roccella: «Un tema su cui serve unità»

Non solo. Perché come il ministro Roccella ricorda anche sulla sua pagina Facebook presentando il suo intervento alla Camera di ieri, «della violenza contro le donne serve che si parli: che si agisca. E che queste azioni vengano raccontate. Sia dunque ogni giorno il 25 novembre». E per tutti. Un’invocazione alla collaborazione e alla sinergia tra governo e opposizione, che la stessa Roccella sottolinea ricordando nell’intervista alla Stampa: «Ho partecipato alla presentazione della relazione sul femminicidio prodotta dalla commissione presieduta dalla senatrice Valente, e sono venuti anche Giorgia Meloni e il presidente La Russa».

Ascolto e azione: le indicazioni sulla prevenzione possibile

E ancora: «Il fatto che Meloni sia una donna non è un fatto secondario e si è già visto a partire da questa finanziaria. Pensiamo solamente da quanti anni i movimenti delle donne, chiedono la riduzione dell’Iva sugli assorbenti: sembra una piccola cosa ma sono segnali di sensibilità e di ascolto». Segnali: come quelli che arrivano dalla mozione approvata all’unanimità che dà indicazioni al governo su come intervenire per prevenire la violenza». Qualche esempio? «Sono previsti corsi educativi per le forze dell’ordine e per i magistrati perché non sottovalutino le denunce. E corsi riabilitativi per gli uomini detenuti per aver agito violenza», spiega il ministro.

Lo strumento dei corsi di formazione per forze dell’ordine, magistrati, detenuti

E dalla teoria ai fatti: «Su questo ultimo punto – spiega e conclude il ministro – bisogna prevedere anche delle verifiche, per vedere se queste azioni hanno un buon risultato. A volte, infatti, i percorsi di riabilitazione vengono accettati solo per avere alleggerimenti di pena». Infine: «Sono previsti anche corsi di educazione al rispetto delle parità uomo-donna e all’affettività nelle scuole. Perché i lavoro nella scuola è importante, ma sono altrettanto importanti i corsi per le forze di polizia e per i magistrati, per gli psicologi e per tutti coloro che intervengono nei casi di violenza. L’importante è accogliere, ma bisogna sapere accogliere. Bisogna capire il pericolo e non lasciare sole le donne».

 

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