Pd, l’altolà delle donne a Letta: “Tira fuori l’orgoglio, o rischiamo di essere azzerati”

10 Nov 2022 19:14 - di Federica Argento
Letta donne dem

Da Enza Bruno Bossio a Titto Di Salvo, Valeria Fedeli, Elisabetta Gualmini, Alessia Morani, Alessandra Moretti, Patrizia Prestispino, Alessia Rotta. Insomma, facendo l’appello, le donne del Pd rispondono presente. Letta tiri fuori l’orgoglio, è il coro unanime con cui ridicolizzano il proposito di rimandare il congresso dem alle calende greche, a marzo. Mentre nel frattempo il Pd perde un punto percentuale a settimana, come da sondaggi Mentana del lunedì. Tutte donne, molte ex-parlamentari dem hanno sottoscritto un appello dal titolo ‘Per la dignità del Pd, facciamo presto’ in cui si chiede, innanzitutto, di anticipare i tempi del congresso fissando come dead line il mese di gennaio. Almeno.

Pd, le donne danno l’altolà a Letta: “muoviti entro gennaio col congresso”

L’Opa ostile del M5S da un lato e dall’altro quell del Terzo Polo indurrebbero a fare presto. “Pensiamo che sia arrivato il momento di tirare fuori l’orgoglio di essere Pd (…). Terzo Polo e M5S non hanno nulla da insegnarci e non possiamo permettere loro di stringerci come una tenaglia”. E’ il grido di dolore delle donne Pd. E “l’unica soluzione che vediamo è che si faccia presto. Lo abbiamo detto nelle scorse settimane ed oggi è necessario insistere: il Pd deve anticipare i tempi del Congresso. Altrimenti avremo un nuovo segretario alle calende greche e secondo tutte le regole interne. Ma nel frattempo il Pd rischia di essere azzerato. Muoviamoci, modifichiamo le regole dello Statuto e facciamo il congresso entro gennaio”. Invece i tempi dettati da letta sono letargici. Invece di frignare che “ce l’hanno tutti col Pd” potrebbe darsi una mossa, questa l’accusa.

Le donne Pd a Letta: “Riprendiamo a fare politica”. Un parola…

“Nel frattempo -scrivono-, oltre a prepararci a rinnovare la segreteria, occupiamoci di fare politica: in Lombardia la destra si sfalda e l’uscita della Moratti dalla coalizione la segna definitivamente. Proponiamo un nome all’altezza della sfida che unisca mondi e culture differenti”. Non si rendono conto che la frase “occupiamoci di fare politica” è un po’ grottesca. Dovrebbero essere loro a fare politica, prima di tutto, ad imporsi. E a non scrivere corbellerie sui social tali da farsi prendere per i fondelli. Serracchiani docet. Quindi, meno fesserie. E poi quale politica? Enrico Letta e lo stato maggiore del partitto giocano di rimessa da tempo: attendono le mosse del governo e attaccano su qualunque tema offra il menù di giornata: oggi i migranti, ieri Valditara, domani la norma sul rave party. Insomma a adre retta a chi il prtito lo conosce (Velardi, Cacciari, Ricolfi  altri) “il Pd è morto”.

Orfini dà a Letta la mazzata finale: “Aspettare marzo è ridicolo”

Le parlamentari insistono: “Smettiamola di tentennare: il Pd che riconosciamo e che rivogliamo è quello che traina gli altri e che si pone come baricentro di una coalizione progressista. E che per primo indica le sue candidate o i suoi candidati; oppure che è capace di appoggiare i migliori. (…) Sgombriamo il campo da tutto e riprendiamoci la nostra bussola”. In soccorso delle donne arriva Matteo Orfini. “Aspettare marzo per celebrare il nostro congresso non ha alcun senso: non è con percorsi artefatti e politicisti che si rifonda il Pd. Il congresso – serve ad altro: darci rapidamente un gruppo dirigente legittimato e rinnovato per rafforzare questo lavoro -prosegue Orfini-. Queste prime settimane di opposizione ci dicono che si può fare, che la destra è forte ma che c’è spazio in Parlamento e nel paese per ricostruire. Non complichiamoci la vita da soli, acceleriamo questo benedetto congresso e costruiamo un’alternativa culturale e politica alla destra”.

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