Nord Stream, La Svezia ammette: tracce di esplosivo, è stato un attentato
Dietro l’incidente al gasdotto Nord Stream che portava il gas dalla Russia in Europa permettendo un prezzo calmierato c’è un attentato, ha scoperto la Svezia. Che dopo una lunga indagine ha trovato numerose tracce di esplosivo sott’acqua, nell’area del disastro.
Tracce di esplosivo sono state rinvenute, infatti, ha rivelato il procuratore svedese, Mats Ljubfqvist, nei pressi delle falle dei gasdotti di Nord Stream confermando, di fatto, che le esplosioni sottomarine di fine settembre sono state un vero e proprio atto di sabotaggio. Che danneggia in maniera diretta tanto la Russia quanto i suoi clienti europei, Germania e Italia in primis.
Ljubfqvist, che sta guidando l’inchiesta su Nord Stream, e ha anticipato i risultati delle analisi condotte dal team investigativo sui reperti recuperati, ha, al contempo, avvertito che “l’inchiesta preliminare è molto complessa ed estesa” e che, quindi, il lavoro continua.
“Durante le indagini sul luogo dell’inchiesta condotte sul sito nel Mar Baltico, sono stati fatti estesi prelievi e l’area è stata attentamente documentata – recita la dichiarazione del magistrato. – Le analisi ora mostrano tracce di esplosivo in diversi oggetti estranei ritrovati. Analisi più avanzate continuano per essere in grado di stabilire conclusioni più certe sull’incidente”.
Specificando “oggetti estranei ritrovati” il procuratore lascia intendere che possano essere stati rinvenuti pezzi di un eventuale ordigno o altri oggetti che nulla hanno a che fare con il gasdotto Nord Stream.
La Russia ha sempre accusato Londra per le esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e 2 a settembre.
Il ministero della Difesa russo punta il dito contro la Gran Bretagna, accusata di aver attaccato gli impianti tecnologici per il trasporto del gas in Europa.
“Secondo informazioni disponibili, elementi di una unità della marina britannica hanno preso parte alla pianificazione e all’attuazione di un attacco terroristico nel Baltico il 26 settembre scorso, facendo esplodere Nord Stream 1 e Nord Stream 2”, ha denunciato il ministero.
Un’indagine ha accertato la presenza di due crateri sul fondale marino, ciascuno profondo 3-5 metri e a circa 248 metri di distanza l’uno dall’altro. Una sezione del gasdotto Nord Stream 1 è stata distrutta per una lunghezza di 250 metri a causa dell’esplosione.
Mosca aveva avvertito che stava valutando ‘”ulteriori azioni’” in risposta a questo attacco, aveva annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
E ora Mosca accoglie con favore la pubblicazione dei risultati dell’inchiesta sulle esplosioni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 e chiede, di nuovo attraverso Peskov, che si stabilisca chi c’è dietro queste azioni.
“Il fatto stesso che i risultati parlino di un atto di sabotaggio o un atto terroristico, chiamatelo come volete, conferma ancora una volta le informazioni che erano e sono disponibili da parte russa – dice Peskov citato da Ria Novosti. – È molto importante non fermarsi, è molto importante scoprire chi c’è dietro questo sabotaggio”.