Mondiali, Usa-Iran è quasi una guerra: gli iraniani minacciati di torture dagli Ayatollah in caso di sconfitta

29 Nov 2022 13:41 - di Marta Lima

“Comportatevi bene” o i vostri famigliari saranno arrestati e torturati. Questa la minaccia arrivata ai calciatori della nazionale iraniana in vista della partita di oggi Usa-Iran, ai Mondiali in Qatar, secondo quanto rivelato da una fonte coinvolta nella sicurezza dei giochi citata dalla Cnn. Dopo il rifiuto di cantare l’inno allo stadio in solidarietà con i manifestanti nella prima partita del mondiale, la nazionale è stata ‘convocata’ a un incontro con alcuni membri dei Guardiani della rivoluzione, che, ha raccontato la fonte, hanno minacciato “violenze e torture” contro i famigliari dei giocatori se avessero compiuto di nuovo questo o altri gesti di protesta. E in effetti, in occasione della seconda partita, quella con il Galles, i calciatori hanno cantato l’inno, seppure a labbra strette, quasi sussurrando.

Usa-Iran, tensione dentro e fuori le due squadre

L’ultimo incontro sul campo di calcio Usa-Iran, tra la Repubblica islamica dell’Iran e il ‘Grande Satana’, come il regime khomeinista chiama gli Stati Uniti, risale a Francia ’98, quando le sue squadre si sfidarono a Lione. La nazionale iraniana e la nazionale statunitense – che tornano a incrociarsi oggi a Doha – in quell’occasione posarono per una foto di gruppo insieme – all’epoca presidente della Repubblica islamica era il riformista Mohammed Khatami, su cui l’Occidente riponeva grandi speranze, alla Casa Bianca sedeva Bill Clinton – prima dell’inizio della partita, che l’Iran vinse 2-1. Un clima incandescente anticipa la sfida di questa sera alle 20, ora italiana. La fonte della Cnn ha rivelato ancora che decine di ufficiali dei Pasdaran si trovano in Qatar per monitorare i giocatori iraniani, ai quali non è permesso mescolarsi al di fuori della squadra o incontrare stranieri. “Ci sono molti agenti di sicurezza iraniani che raccolgono informazioni e monitorano i giocatori”, ha detto la fonte, secondo cui i Guardiani della rivoluzione hanno avuto un incontro separato con Carlos Queiroz, l’allenatore portoghese della nazionale. Non è chiaro quale sia stato il contenuto del colloquio, ma Queiroz nei giorni scorsi ha spiegato che i giocatori possono protestare, ma solo nel rispetto dei regolamenti della Fifa.

Regali promessi ai calciatori, ma anche punizioni

La fonte ha rivelato ancora che ai calciatori erano stati promessi “regali e automobili” prima della partita con l’Inghilterra, persa per 6-2, ma il regime sarebbe passato a minacciare i giocatori e le loro famiglie dopo l’umiliazione del rifiuto della squadra di cantare l’inno nazionale. E dopo la pesantissima sconfitta. Non solo: “Nell’ultima partita contro il Galles, il regime ha inviato centinaia di questi sostenitori-attori per creare un falso senso di sostegno e favore tra i tifosi. Per la prossima partita contro gli Stati Uniti – ha detto la fonte – il regime sta pianificando di aumentare significativamente il numero di attori fino a migliaia”.

 

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