Merito e scuola, anche un sito vicino alla sinistra dà ragione al governo: “Basta con il sei politico…”

21 Nov 2022 20:12 - di Milena Desanctis
Merito

Il merito a scuola? L’eco delle manifestazioni di protesta degli studenti di sinistra scesi in piazza venerdì per il No Meloni day non si è ancora spento. Numeri alla mano, quelli che hanno deciso di manifestare non sono stati sicuramente la maggioranza e, come emerso da un sondaggio, erano pochi e con le idee confuse. Proprio oggi su Libero, Luca Telese ha attaccato i cortei studenteschi contro la Meloni: «Giovani cazzoni chic che hanno bisogno di benzina facile per alimentare il loro odio, che poi è l’unico modo che hanno per darsi un’identità. Sono caricature degli anni Settanta e, per dirla come Marx, quando la storia si ripete due volte, la tragedia diventa farsa».

Scuola e merito, Blitzquotidiano dà ragione al governo

Non solo Telese. Il dibattito è aperto. La sfida della scuola e del merito lanciata dal governo è piaciuta anche a molti intellettuali. E ora anche un sito più vicino alla sinistra, come Blitzquotidiano, dà ragione al governo. Merito a scuola. Gli studenti di oggi vogliono tornare al 6 politico? Non così si prepara la classe dirigente, è il titolo di un articolo a firma Bruno Tucci. Il giornalista prendendo spunto dalle manifestazioni degli studenti dei giorni scorsi per protestare “contro la scuola del merito voluta dal governo di Giorgia Meloni” fa un’analisi dettagliata su quanto sta accadendo in Italia. E parte proprio dal significato che il vocabolario dà alla parola merito. «Questa è una parola – scrive – che ci hanno lasciato i nostri padri latini. Meritum, cioè meritevole, essere cioè degno di lode. Non c’è quindi una distinzione netta di origine classista, ma al contrario dà a chi studia una pari opportunità».

Palazzo Chigi: «Uguaglianza e merito non sono avversari»

Il giornalista ricorda che «da Palazzo Chigi affermano: “Uguaglianza e merito non sono avversari uno dell’altro, sono invece fratelli. Le borse di studio che programmeremo durante l’anno dimostrano che quanto abbiamo detto è la pura e sacrosanta verità”». Ma «gli studenti non si fidano, per quanto conservatorismo nasconde la “sovranista Meloni”», si legge.

«Non è un sostantivo che aggrada ai nostri giovani»

Tucci osserva amaramente che il “merito” «non è un sostantivo che aggrada ai nostri giovani. Sa di vecchio, di un ritorno al passato, di un tuffo all’indietro di parecchi anni. Le generazioni cambiano, gli studenti di una volta (diciamo 40 o 50 anni fa) non sono uguali a quelli di oggi. Non si somigliano nemmeno un po’. Questo è comprensivo, sarebbe assai assurdo il contrario. Però sui risultati scolastici (medie o superiori) la verità è una ed una sola. Un dieci in latino o in matematica vale molto di più di un quattro».

Tucci: «Il merito è sempre uno ed uno soltanto»

E puntualizza: «Si è parlato di generazioni che cambiano, di situazioni diametralmente opposte. Però il merito è sempre uno ed uno soltanto. Viviamo di ricordi noi che abbiamo oggi i capelli bianchi. Disciplina e educazione: due principi basilari che si univano alla preparazione. Non si creda che il volume degli studi fosse diverso, che bastava imparare quattro o cinque nozioni e tutto andava per il verso giusto». E fa l’esempio degli esami della licenza liceale negli anni cinquanta. «A parte gli scritti in italiano, latino e greco (matematica per lo scientifico), gli esaminatori potevano chiederti ( e lo facevano) anche argomenti che non si riferivano all’ultimo anno di liceo, ma anche al primo o al secondo».

Quando venne il 6 politico

«Poi – ricorda – venne il 6 politico. Se qualcuno dei giovani che protesta nelle piazze non lo conosce si vada a leggere che cosa succedeva in quelle scuole molto politicizzate. Appunto: si pretendeva la sufficienza e il docente spesso doveva ingoiare il rospo». E infine «se davvero si vuole che i ragazzi di oggi diventino i dirigenti del domani diamo alla parola tanto vituperata il rispetto che si merita».

 

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