Lombardia: Moratti cerca la rivincita, ma i numeri delle politiche ne annunciano il flop

18 Nov 2022 19:53 - di Francesca De Ambra
Moratti

C’è un derby nel derby nella sfida lombarda. Oltre alla contesa tra centrodestra, sinistra, 5Stelle e Terzo polo, ci sarà infatti quella tra l’offerta dei partiti e degli schieramenti e quella personalistica tipo Letizia Moratti. Mentre le candidatura dell’uscente Attilio Fontana e di Pierfrancesco Majorino (dei 5Stelle nulla ancora si sa) rappresentano l’esito di una selezione avvenuta rispettivamente nel centrodestra e nella sinistra, quella dell’ex-ministro è il frutto di una scelta solitaria, cui solo successivamente ha aderito il partito di Carlo Calenda. Ciò nonostante, in un’intervista al Corriere della Sera in edicola oggi, la Moratti ha detto che andrà «fino in fondo» e che alla fine «vincerò». Dovesse realmente accadere, gli schieramenti sconfitti dovrebbero riconsiderare da cima a fondo la propria strategia.

Moratti è in campo per il Terzo Polo

Ma diciamo pure che è più probabile che accada il contrario e cioè che la Moratti non guadagni l’accesso al Pirellone. In quel caso, tutto potrebbe apparire più normale: correva da sola, si è auto-proposta, non ce l’ha fatta. È vero, ma solo fino a un certo punto. Perché l’ex-sindaco di Milano non sarebbe tanto una candidata sconfitta quanto il simbolo di un assalto non riuscito ai partiti, alle loro regole, ai loro metodi e alle loro scelte. Vale soprattutto per il centrodestra. Abbandonare una coalizione dopo averla rappresentata come ministro, sindaco, assessore regionale per una candidatura non ottenuta, non è uno solo uno sgarbo verso quello schieramento che l’ha sempre sostenuta, ma è un atto di superbia verso gli elettori che l’hanno ogni volta votata.

La sfida a chi l’ha sempre sostenuta

Agli uni e agli altri Moratti oppone un nome prestigioso, una formidabile rete di relazioni, rapporti antichi e collaudati con il terzo settore e amicizie con ambienti che contano nei posti che contano. Tutta “roba” che funziona ottimamente se l’obiettivo è integrare il consenso politico, ma che rischia di produrre clamorosi flop se deve sostituirlo. Alle ultime elezioni politiche, in Lombardia il Terzo polo ha totalizzato circa il 10 per cento, il centrodestra è intorno al 52, la sinistra al 25 e il M5S al 6. Certo, tutto può cambiare, ma – con tutto il rispetto – è assai difficile che il valore aggiunto della persona Moratti riesca a scardinare la forza e il radicamento dei partiti. La sua revanche nei confronti del centrodestra può attendere.

 

 

 

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