Lombardia: Conte “apre” a Majorino, ma avverte: «Il M5S non è la succursale del Pd»

25 Nov 2022 19:47 - di Valerio Falerni
Conte

I toni sembrano ultimativi e perentori, ma la sostanza è malleabile. Giuseppe Conte sta imparando a muoversi da leader e con invidiabile scelta dei tempi irrompe nella pre-campagna elettorale in Lombardia. Come si ricorderà, il M5S è l’unico a non aver ancora proposto alcun nome per il Pirellone, a differenza del centrodestra che ha candidato l’uscente Attilio Fontana, del Terzo polo che ha messo in campo Letizia Moratti e del Pd che ha schierato l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino. Proprio di quest’ultimo ha parlato Conte durante una conferenza stampa in video collegamento con il gruppo consiliare 5Stelle riunito a Palazzo Pirelli. Un intervento atteso soprattutto a sinistra.

Così Conte in video-collegamento con il M5S lombardo

In Lombardia i grillini stanno tra l’8 e il 10 per cento. Una percentuale che potrebbe dare un filino di speranza alle ambizioni del Pd. E anche Conte, dal canto suo, toni a parte, sembra aver tanta voglia di chiudere l’accordo. «Non vogliamo discutere Majorino, sì o no – ha esordito -. Me ne è stato parlato bene, ma non discuto della persona, noi siamo disponibili a parlare con massimo rispetto ad altre forze politiche, ma non siamo la succursale di nessuno e non siamo disponibili a bollinare le scelte di altri». E questa è la propaganda tipica di queste situazioni.

«Priorità ai programmi»

Poi, però, Conte cambia registro: «Se il Pd vuole sedere a tavolo con il M5S il M5S è disponibile – dice infatti – ma dobbiamo farlo con il rispetto della persona. Se il percorso verrà condiviso si potrà presentare alla Lombardia un’offerta competitiva». Per ora, però, aggiunge, «il candidato è una questione da accantonare». Conte non ne fa una questione personale. Dice, anzi che di Majorino gli hanno parlato come di «una persona in condizioni di poter condividere buona parte dei nostri principi e valori». Nessuna chiusura, quindi, solo un accantonamento. «Ci interessano programmi e definire un progetto sui contenuti», conclude Conte. Recitando il solito mantra di chi l’accordo vuole farlo ma non vuol dirlo.

 

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