Giuseppe Conte fa il capopopolo e torna al vaffa: nel rush finale sparge veleno ovunque

20 Set 2022 11:30 - di Adriana De Conto
Giuseppe Conte

Dalla pochette al “vaffa” a passo di carica. La metamorfosi di Giuseppe Conte per racimolare qualche voto in più ha dell’incredibile. I voltafaccia in casa M5S sono consuetudine ma passare da vittima (“Ce l’hanno tutti con noi”) a “incendiario” della campagna elettorale; dal doppio petto alle maniche di camica da tribuno che aizza la folla è stato un batter di ciglia. “È ufficiale. Ha appeso la pochette al chiodo”:  la sintesi fulminante di un esponente dei Cinque Stelle (fonte Corriere) della prima ora (sotto anonimato), fuori dalle liste per via dei due mandati, la dice tutta. Via la giacca, via la cravatta, via la pochette: Conte ha avuto una mutazione quasi antropologica. Il politico ed ex premier che parlava pacatamente, che prescriveva paternalisticamente il lavaggio delle mani tre volte al giorno durante la prima fase del covid, non c’è più. Al suo posto un arrabbiato dispensator di veleni e insulti contro tutti, in primis contro Giorgia Meloni. Ritorna lo stile “vaffa”. Per qualche voto in più.

Giuseppe Conte da vittima a dispensatore di veleni 

“Vengo accusato di tutto e del contrario di tutto, ci sta. Le altre forze politiche sono in disaccordo su tutto, anche all’interno delle stesse coalizioni, che in realtà sono cartelli elettorali. Su una cosa sono tutti d’accordo: volevano e vogliono fuori il Movimento 5 stelle“. E’ il Conte -vittima che recita la parte dell’emerginato a Ore 14 su Rai2. “E’ una cosa incredibile, su questo punto hanno trovato pieno accordo. Questo riguarda tutti. Riguarda il Pd che un attimo dopo la crisi di governo ha pensato subito a come emarginarci dal dibattito politico. Addirittura tacciandoci di irresponsabilità, per aver voluto dettare una agenda sociale. Ma tutto l’orizzonte politico fino alla Meloni ci vuole fuori, siamo così scomodi?”.

Primo veleno: su Orban

Subito dopo si è messo i guantoni e ha iniziato con i veleni contro FdI. “Non c’è nessuna possibilità di governare con la destra, nemmeno su una singola misura”, dice a Radio Lombardia il presidente del Movimento 5 stelle. “Sono stato il primo a criticare chi distribuiva patenti di legittimità democratica. Però oggi – aggiunge – dopo il voto di Lega e Fratelli d’Italia al parlamento europeo a favore del loro amico Orban, protagonista di una svolta illiberale di quel paese, se loro hanno questa idea della democrazia, allora dico: non siete idonei a governare in Italia”. Siamo solo all’inizio.

Giuseppe Conte, altro affondo velenoso

Conte sferra un altro attacco prendendo l’elettorato per le tasche: “Meloni si candida a governare e ha detto che non vuole fare lo scostamento di bilancio: adesso dovrebbe dire come risolve il problema del caro bollette e del caro energia e delle famiglie. Che sono assolutamente piegate, non arrivano a fine mese, e delle imprese in difficoltà. Lo dica adesso, qui di certo c’è solo la corsa al riarmo per Fratelli d’Italia, loro sono versati da sempre, anche per filosofia politica e indirizzo ideologico, verso un forte riarmo. Perchè ogni cosa è riarmo, blocchi navali e via discorrendo e stanno sottoscrivendo questo piano di riarmo e di maggiori investimenti militari pluriennali”. Lo ha affermato un forsennato e delirante  Conte, ospite di ’24 Mattino’ su Radio 24-Il Sole 24 ore. Un escalation di attacchi  e di non verità.

Ancora veleno su Meloni

Meloni, Meloni, Meloni, sempre Meloni. E’ il chiodo fisso di Conte. «Meloni, togliendo il reddito di cittadinanza, vuole la guerra civile. Sta facendo la guerra ai poveri». Una dichiarazione irresponsabile, incendiaria, seminatrice di odio. Come quella Pnrr. “Attenzione all’inganno del centrodestra. Il trio Meloni, Salvini e Berlusconi vuole mettere le dita nella marmellata: quei 209 miliardi che abbiamo portato in Italia nel luglio del 2020 nel momento più duro della pandemia. E che adesso servono assolutamente per far ripartire il Paese”. Quest’altra “perla” va in onda  in una clip video condivisa sui suoi canali social. Poi acidamente e con la bava alla bocca aggiunge: “Si stanno sfregando le mani, pensano di aver vinto le elezioni e vogliono gestire quei soldi: semmai a beneficio del solito circuito;  i noti potentati politici, economici e finanziari che dominano da tempo l’Italia”, attacca l’ex premier. Come no?

La minaccia a Renzi

Altro segno della metamorfosi di Conte sono state poi le minacce a Renzi. Quando ha “invitato” il leader di Iv ad “avere coraggio”, presentandosi senza scorta al popolo del Sud. Al che la replica: “Giuseppe Conte non fa politica, lui minaccia. Lui fa campagna elettorale con i percettori del reddito di cittadinanza. Dicendo che se qualcuno cambierà la norma sui navigator, lui assicura che ci sarà ‘la guerra civile’. Esattamente lo stesso linguaggio di Trump. E nel giorno in cui vado a Palermo, mi invita a ‘venire senza scorta’. Non so se ci rendiamo conto della violenza verbale di questa minaccia”, è stata la risposta diMatteo Renzi. Già, evocare un clima da guerra civile sembra essere la tattica pericolosissima del Conte “ritrovato” dal popolo del Vaffa. Per essere un “pacifista” non è male….

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