La Fornero provoca il governo sulle pensioni: “La mia legge non si puo toccare. Non troverete mai le risorse” (video)

23 Nov 2022 10:54 - di Alberto Consoli
Fornero

Elsa Fornero fa l’uccello del malaugurio sulle pensioni. Già prima dell’illustrazione della manovra finaziaria  la ministra del governo Monti che ha varato l’ultima – e più odiata – riforma previdenziale si gigioneggiava nei vari interventi tv dove ormai è di casa in quota antigovernativa. Il governo Meloni contrario a quella riforma ha infatti varato un accordo ponte che va incontro alle esigenze dei lavoratori. Con la ferma intenzione di revisionare del tutto la legge Fornero nel corso del prossimo anno. Lei non ci sta: “La legge Fornero non si può toccare”, ha ribadito a “di Martedì” da Floris. in un editoriale sulla Stampa oggi in edicola e in un’intervista rilasciata al “Quotidiano del Sud”: livorosi atto d’accusa contro il governo Meloni. Al quale quasi augura di non trovare le risorse necessarie per procedere a una nuova e più eque riforma delle pensioni.

Il ghigno della Fornero: “La ‘mia’ riforma non si può toccare…”

Nella Legge di Bilancio 2023 l’esecutivo ha infatti  varato Quota 103, che consentirà di andare in pensione l’anno prossimo con 41 anni di contributi e almeno 62 di età. Promettendo una riforma complessiva nel 2023. Ma l’ex ministra piangente scende in campo con una crociata per difendere il suo operato contro ogni tentativo di ritocchi. Nell’intervista difende la sua “creatura” così: spiega che il governo ha dato un contentino ma non potrà fare di più. «In realtà c’è un grande divario tra la realtà e le promesse fatte in campagna elettorale. Che non si limitavano ai provvedimenti citati, ma comprendevano molto di più, oltre allo smantellamento della mia riforma», spiega la docente. La “mia” riforma…

Pensioni, l’ex ministra contro il governo: “Pensate ci saranno le risorse il prossimo anno?”

“Pensate che nel 2023 ci saranno le risorse per maggiore generosità? Volevano cancellare la Fornero ma o non sono pronti o non ci sono le risorse”, domanda con malcelata speranza la Fornero, quasi godendo nell’ipotesi negativa. L’intervento durante  Tagatà è tutto un risentimento contro il governo Meloni . Le risorse vanno trovate se c’è la volontà politica di reperirle. E il governo Meloni ha un ampio mandato per cercare di rimodulare la legge Fornero. Era il suo di governo a non avere un mandato popolare e ad infierire sui pensionabili che poi vissero la brutta esperienza di esodati a causa del suo pasticcio. I toni da maestrina proprio no.

Fornero ironizza, poi, sull «l’aumento delle pensioni a mille euro; l’indicizzazione piena, i 41 anni di contribuzione come sola condizione per accedere alla pensione e così via. A sentire ciò che dicevano, erano pronti il giorno dopo ad accontentare le aspettative della gente». Le minime sono state ritoccate ma non quanto desiderato, lo ha ammesso il governo, dando tuttavia un segnale incoraggiante. Le minime di fatto a partire dal mese gennaio del 2023 beneficeranno di un’indicizzazione del 120%: il 20% in più di quella “piena” del 7,3% già fissata per il prossimo anno dal ministero dell’Economia. In questo modo gli assegni lieviteranno di circa 45 euro al mese rispetto ai 523,38 dell’attuale livello minimo. Se non si è potuto fare di più  è stato per la “via stretta” dovuta alle risorse stanziate in massima parte sul caro bollette. La Fornero sbeffeggia la misura parziale senza pensare di ferire la platea a cui si riferisce la misura. Alla quale un po’ di soldini in più non fanno schifo, come lei ritiene.

Fornero fa l’uccello del malaugurio

Pertanto continua a fare l’uccello del malaugurio. Pronostica l’economista: «Nel 2023 l’economia non sarà in grande espansione: le risorse che oggi non ci sono, pensa che possano esserci tra sei mesi? E molto difficile pensarlo – ribadisce-.  E quindi, tra sei mesi o un anno, diranno che non possono stravolgere la legge Fornero. Ma potranno dare un altro contentino». Gongola così, con un narcisismo spinto inelegante. Una riforma più espansiva, ragiona Fornero, il paese se la potrà permettere «solo se tornerà a essere in forte crescita, accumulerà ricchezza, creerà occupazione». E’ quello che sta tentando di fare il governo, nonostante gufi e corvi aleggino imperterriti.

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