Informazione muta sul business migranti. E Soumahoro si consola con un Mimmo Lucano
In difesa di Aboubakar Soumahoro scende in campo anche Mimmo Lucano: «Sulla sua onestà – ha confidato l’ex-sindaco di Riace all’Adnkronos – metto la mano sul fuoco». Auguri. Lucano, che ha subito una condanna in primo grado a 13 anni e 2 mesi nell’ambito del processo Xenia per una serie di reati che avrebbe commesso da sindaco nella gestione dei migranti, finge di dimenticare che la questione non è giudiziaria. Il deputato rossoverde di origine ivoriana non è neanche indagato nell’inchiesta condotta dalla Procura di Latina, che vede invece incriminata per malversazione sua suocera. Il problema è un altro e investe il tema dell’accoglienza, sovente sfruttato come trampolino di lancio per fortune politiche. Anche Lucano ne è un esempio. Il tema dei migranti come passaporto per scalate elettorali c’è tutto nella sua vicenda, come in quella di Soumahoro.
Lucano fu condannato in 1° grado a 13 anni
Ma accanto a questo, c’è anche il tema dell’accoglienza intesa come business. E forse sarebbe il caso di aprire una riflessione non rituale sulla eccessiva personalizzazione di questi inciampi. Certo, l’informazione ha le sue esigenze, soprattutto quando sotto i riflettori finisce un personaggio politicamente esposto. Ma c’è anche il rischio che, alla lunga, il tutto somigli maledettamente ad un’arma di distrazione di massa. È già capitato con Lucano e rischia di ripetersi oggi con Soumhaoro: si parla di loro e non del contesto in cui sono maturate le rispettive storie. Ma così agisce la magistratura, non l’informazione. Detto fuori dai denti, perché infortuni come quello occorso al deputato della sinistra o – ieri – al sindaco di Riace non stimolano il giornalismo di inchiesta?
Dov’è finito il giornalismo d’inchiesta?
Perché chi di solito s’infiltra in ambienti politici a caccia di saluti romani resta poi inerte quando c’è da portare a galla questioni ben più serie come il business dell’accoglienza e/o delle cooperative che, come ricordava Salvatore Buzzi di Mafia capitale, «rende più della droga». Si lamenta perciò del superfluo Mimmo Lucano quando accusa il «sistema mediatico» di fornire «linfa vitale per il pensiero prevalente delle destre» poiché così possono dire «che non c’è soluzione all’immigrazione, che l’accoglienza è un meccanismo per fare profitto». È vero semmai il contrario: l’informazione tratta questi episodi singolarmente, illuminando i suoi protagonisti e lasciando nell’ombra tutto il resto. E proprio per impedire di capire quanti e quali appetiti sia in grado di scatenare lo sbarco dei migranti.