Immigrazione illegale, Piantedosi avanti tutta: l’Europa è con noi sulla difesa dei confini

18 Nov 2022 9:25 - di Lorenza Mariani
Piantedosi

Poche parole e molti fatti. Bando a polemiche pretestuose e a recriminazioni demagogiche, il ministro dell’Interno Piantedosi ha dimostrato sin dal primo minuto del suo mandato di essere l’uomo del fare. L’uomo di Stato che, sulla sicurezza – che sia delle nostre città o dei nostri confini – dalle nuove misure anti-rave alla questione migranti, ha fatto di dialogo e fermezza le cifre del suo agire. Oggi, reduce dal suo primo G7 all’estero, svoltosi a Wiesbaden, in Assia. Con alle spalle una giornata di incontri bilaterali con i responsabili degli affari interni di Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, oltre a un confronto diretto con il commissario Ue Johansson, in un’intervista de Il Giornale, tra le vertenze in esame e le emergenze in agenda, il titolare del Viminale conferma la linea dura nel perseguire e fermare l’immigrazione illegale che crea insicurezza, forte di un altro risultato in tasca incassato proprio nelle ultime 24 ore: il G7 sta con l’Italia. E invoca «regole sugli sbarchi».

Piantedosi, il ministro del dialogo e della fermezza

«Dai, diciamo che è andato tutto bene e sono molto soddisfatto», esordisce non a caso Piantedosi nell’intervista al quotidiano diretto da Minzolini. Poi, con proverbiale concisione e pragmatismo mirato, chiarisce subito paradigma e cifra della linea di governo in atto sul tema immigrazione clandestina. E sgomberato il campo da equivoci e strumentalizzazioni di sorta, prima esclude un «complotto anti-Meloni» e spiega: «L’immigrazione è un fenomeno epocale legato al contesto internazionale e alle gravissime condizioni economiche e sociali in cui versano tante popolazioni. Per questo ho fatto in Parlamento riferimento ad un “piano Mattei per l’Africa”, sollecitato dal presidente del Consiglio come strumento di sviluppo economico e sociale necessario a dare concretezza al diritto di ogni individuo di scegliere liberamente di continuare a vivere dove è nato. E quindi di non essere costretto a lasciare la propria terra».

Immigrazione illegale: i punti cardine della linea del governo

In seconda battuta, quindi, rivisita lo status quo della vexata quaestio migranti, ribadendo: «È evidente che la situazione attuale non è più a lungo sostenibile per il nostro Paese. Quest’anno sono già oltre 93.000 gli sbarchi sulle coste italiane, circa il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. L’immigrazione illegale va fermata: arricchisce i trafficanti di esseri umani. Toglie dignità ai migranti. Li espone al rischio di naufragio. Genera un forte sentimento di insicurezza, alimenta fenomeni di criminalità. Di marginalizzazione e degrado urbano». Confermando pertanto che «il governo andrà avanti lungo la strada già intrapresa sulla base di un programma premiato dagli elettori». E la strada, ormai è chiaro, è quella che l’esecutivo intende battere con un «più forte coinvolgimento dell’Ue. Accordi con i Paesi di origine e transito dei migranti. Rafforzamento dei canali di ingresso regolari, anche valorizzando ulteriormente l’esperienza dei corridoi umanitari».

Il G7 sta con l’Italia: e concorda su «regole sugli sbarchi»

Tutti temi nell’agenda di governo che ieri il ministro Piantedosi ha affrontato in Germania, al vertice del G7 dei ministri dell’Interno, dove – spiega Piantedosi nell’intervista – ho incontrato la mia omologa tedesca Faeser con la quale abbiamo condiviso la necessità di una forte iniziativa Ue sul tema migratorio che passi per accordi con i Paesi terzi. Analoga convergenza di obiettivi l’ho riscontrata nel bilaterale con la commissaria europea Johansson. Mi aspetto passi importanti già nei prossimi vertici europei». E intanto: al vaglio nuove misure con gli obiettivi, prosegue il ministro: «Da un lato, di contrastare i flussi illegali e difendere i nostri confini, che sono anche dell’Ue. Dall’altro, di agire sulla leva degli ingressi regolari. Anche premiando quei Paesi disponibili a fermare le partenze irregolari».

Piantedosi annulla le distanze tra Roma e Parigi

Infine, la questione Parigi. Il presunto “braccio di ferro” con Macron. Le tensioni diplomatiche cavalcate dalle sinistre buoniste. Spunti polemici che nell’analisi del titolare del Viminale diventano occasione per fare chiarezza e mettere i puntini sulle “i”. Asserendo, una volta per tutte, che: «Come ho avuto modo di chiarire anche nella mia informativa in Parlamento, non si è trattato di un braccio di ferro con la Francia con cui abbiamo solidi rapporti e forti interessi comuni. Il governo italiano vuole soltanto arrivare ad una soluzione di sistema a livello europeo per bloccare le partenze e rafforzare gli ingressi regolari». Concludendo quindi esprimendo ferma convinzione nel fatto «che questo interessi tutti i partner europei: gestire insieme il fenomeno migratorio è una necessità e una opportunità per garantire sicurezza e sviluppo economico e sociale dei nostri Paesi». Un punto su cui il ministro punta ecumenicamente per affrontare criticità endemiche da troppo…

 

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