Il decreto anti-rave non è liberticida, Mattarella lo ha firmato. Ma di che cosa sbraita l’opposizione?

2 Nov 2022 12:53 - di Carmelo Briguglio 

Vi siete meravigliati? Davvero vi sorprendono gli alti lai delle opposizioni contro il decreto-legge varato dal governo per contrastare i raduni illegali? Vi hanno colpito gli spari di benvenuto e la web-veemenza con cui è stato accolto dalle minoranze un esecutivo appena insediato? A me no. Mi è tutto chiaro. Politicamente. E lo sarà pure a voi, se raccogliete il filo rosso che lega il decreto a un “fatto” e a un “atto”. E a un autografo. Vabbè, vi devo spiegare tutto ? 

Conte e il filo rosso col “caso Sapienza”

Il “fatto” è accaduto la scorsa settimana, alla “Sapienza”. Sapete, no ? Un episodio così chiaro: si è cercato di impedire a un’associazione di giovani universitari (libertà di associazione), a un giornalista (libertà di stampa), a un deputato (libertà parlamentari) di esserci. E di dire la loro. Ve l’ho narrata come non l’avete letta altrove, lo so. “Non accettiamo – hanno motivato i contestatori – che le nostre università diventino spazio di propaganda fascista e capitalista”. Il proclama si proclama da solo. Che devo commentare? La polizia? Ha fatto la polizia; ha garantito il “diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi”: c’è bisogno di ricordare l’articolo 17 della Costituzione? Sì, c’è bisogno. A Giuseppe Conte, ad esempio, che con affermazioni che fanno venire “i brividi”  – disambiguo io le sue parole – in bocca a uno che ha fatto il capo del governo: si è schierato con chi voleva “impedire”, non con i minacciati di essere “impediti”. E contro i poliziotti descritti come “manganellatori”, non tutori dell’ordine pubblico. Perché ? Come perché ? Gliela dà a bere al popolo di sinistra. Cosa ? Acqua di Lete: macché minerale, che avete capito? Del fiume dell’oblio. E “libertà”. Ora è a “capo dei  coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo”, il popolo progressista. Trovate tutto nella Repubblica. Di Platone, non di Molinari. Suvvia, Conte vuole sorpassare Letta. Come ? Facendo scordare il suo passato salviniano. Fa l’estremo “sinistro”. Si è scatenato. Sul “caso Sapienza” prima. E ora contro il decreto-Piantedosi. Ecco.

Opposizioni mute su ergastolo ostativo 

E l’”atto”? Come, quale atto ? L’altro decreto. Ah, allora voi che siete sempre connessi, non connettete le questioni? Il decreto sull’ergastolo ostativo. Eh sì, quello: è andato storto ai “contras”. Non lo criticano. E come potevano? Sì, lo so, la Meloni dovrà fare fronte: alla Consulta, ai penalisti, ai giureconsulti, alla varia umanità garantista e sansonettiana. Farà lo slalom. É brava. Intanto porta a casa la coerenza. Su “legge e ordine”. E anche un pezzo di “egemonia” gramsciana o di “primato” giobertiano, fate voi; bel tema, eh, ma ne parliamo un’altra volta. Intanto, pure Travaglio la plaude. E Conte e Letta? Che potevano dire? Muti sono: il governo si è guadagnato grande credito di legalità e “antimafia”. É inattaccabile su quel fronte. Che potevano fare ? Dovevano recuperare, reagire. E così si sono buttati sul “delirio” (rave). É la parola ad averli fascinati ? Forse. Certo é che sia Letta che Conte, nella foga di riprendersi , hanno commesso un po’ di errori. Il più blu: l’hanno buttata sulla volontà liberticida del governo e della premier. “Questa è una norma da ‘stato di polizia’”, grida il leader del M5S. “È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione“, lo insegue Letta: ne chiede addirittura il ritiro. Bum. Ehi, non crederete che io mi metta a elencare il perché e il per come hanno torto sul piano giuridico. Non potete pretenderlo da me. Qualcosa so, ma non é roba mia. Pane per denti giurisperitali. Ne troverete, eccome. Tastate, leggete, ascoltate. 

Nessuna obiezione dal Quirinale

Mi interessava dire la mia sulla strategia politica delle opposizioni. E l’ho fatto. Con un “in cauda venenum”. Politico, politico, certo. E “costituzionale”. Ma i due leader, con l’accusa di liberticidio rovesciata addosso alla premier, si rendono conto di avere sgrammaticato ? Potevano criticare su opportunità, lacune, perfettibilità e così via. Invece se ne sono andati sullo zappato della violazione dei diritti di libertà. Ma vanno a sbattere. Perché? Perché se tu dici che il decreto è poliziesco e liberticida, con chi te la stai prendendo, in primis? Ve lo dico io: col Presidente della Repubblica. Che lo ha firmato, senza se e senza ma; e senza obiezione alcuna lo ha fatto pubblicare in poche ore sulla Gazzetta: il provvedimento è già in vigore. Mattarella non ha battuto ciglio: né sulla straordinarietà, né sulla necessità e urgenza del decreto-legge. E soprattutto non ha ravvisato una sola violazione della Costituzione. Avrebbe potuto? Certo che sì. Avrebbe dovuto, se ci fosse stato un vulnus alla Carta. Ce lo insegna la Corte costituzionale. Sapete che dice, no? Rientra tra i controlli costituzionali “anche quello spettante al Presidente della Repubblica in sede di emanazione degli atti del Governo aventi valore di legge ai sensi dell’art. 87, quinto comma della Costituzione” che è – ammonisce la sentenza 406/1989 – “di intensità almeno pari a quello spettante allo stesso Presidente sulle leggi ai sensi dell’art. 87, terzo comma, della Costituzione”. Almeno pari: forse di più. Devo spiegare ancora ? Se il decreto fosse stato “liberticida”, il Capo dello Stato lo avrebbe fermato, non firmato. Invece. Maledetto autografo. 

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