È morto nella terra di nessuno dell’aeroporto di Parigi l’iraniano che ispirò “The Terminal” di Spielberg

12 Nov 2022 20:15 - di Prisca Righetti
The Terminal

È morto lì, nel terminal F2 dell’aeroporto parigino di Roissy Charles De Gaulle, dove ha vissuto per 18 anni della sua vita. Una vita, la sua, che si è interrotta per cause naturali, e trascorsa nel segno di un’attesa divenuta perenne quotidianità. Un’esistenza, quella del rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri, che ha ispirato il film di Steven Spielberg The Terminal, con Tom Hanks a prestare volto e corpo istrionico a un uomo arrivato allo scalo parigino nel novembre 1988, dopo aver viaggiato a Londra, Berlino e Amsterdam, alla ricerca della madre. Una ricerca che per quell’iraniano stravagante, e intriso di mistero e silenzi – una storia alle spalle e un futuro surreale di fronte a sé – si è infranta contro il muro della burocrazia. E si è conclusa con la perdita della ragione.

È morto in aeroporto il rifugiato iraniano che ispirò il film “The Terminal”

Nato 80 anni fa nella provincia iraniana del Khuzestan, il rifugiato approdato allo scalo parigino nel novembre 1988, privo di documenti regolari, è rimasto per 18 anni a vivere nel terminal dell’aeroporto. A poco a poco ha perso la sua identità. La sua ragione sociale. Motivazione esistenziale e, alla fine, persino il suo equilibrio mentale. Tanto da non accettare di firmare il permesso di soggiorno che era infine arrivato nel 1999, perché riportava il suo vero nome, e non il soprannome di sir Alfred, con cui era conosciuto da tutti nell’aeroporto della capitale francese.

Quel Terminal diventato casa e luogo dell’anima…

Ricoverato in ospedale nel 2006, dal 2007 era stato accolto in un rifugio caritatevole a Parigi. E poco importa che le sue condizioni di salute. Che le sue traversie economiche, precipitate dopo aver speso gran parte del compenso ricevuto per il film. E che la sua fama – era diventato un personaggio ormai – indicassero per lui altre sistemazioni possibili. Mehran Karimi Nasseri da qualche settimana era tornato a vivere a Roissy. Lì, dove aveva trovato luogo il peregrinare della sua anima. E dove si è spento nel frastuono di un terminal, diventato casa

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