Unimpresa smentisce la sinistra: evasione più alta col tetto di 1000 euro per il contante voluto da Monti

29 Ott 2022 9:49 - di Redazione

Arriva dal centro studi di Unimpresa la smentita clamorosa alla narrazione della sinistra che demonizza il contante. E anche l’intenzione del governo di centrodestra di innalzare il limite all’uso del cash.

Unimpresa: non c’è correlazione tra tetto al contante e evasione

La soglia più alta del “tetto al contante”, pari a 5.000 euro, fissata per il 2010, coincide con il livello più basso di evasione fiscale mai registrato nello scorso decennio, pari a 83 miliardi di euro. Mentre il livello massimo di evasione, con picchi superiori a 109 miliardi, si è registrato nel periodo che va dal 2012 al 2014, quando la soglia massima per i pagamenti cash era stata abbassata dal governo Monti a 1.000 euro. Lo si ricava appunto da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale non è possibile individuare alcuna correlazione diretta tra l’andamento dell’evasione fiscale e l’evoluzione del cosiddetto “tetto al contante”.

Un tetto di 5000 euro aiuterebbe le imprese

L’osservazione dei rispettivi andamenti negli ultimi 10 anni, infatti, si legge nella nota, “non consente di indicare alcun nesso causale tra le modifiche alle norme relative all’utilizzo del denaro di carta per i pagamenti e la curva del gettito tributario sottratto all’amministrazione finanziaria annualmente. Alzare quindi a 5.000 euro l’utilizzo del denaro contante “restituirebbe anzitutto un senso di libertà alle imprese e ai cittadini” prosegue il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi che si augura che una decisione di questo tipo,”arrivi il prima possibile” perché favorirebbe “soprattutto il commercio e quindi i consumi, con effetti positivi per la crescita economica e quindi per il prodotto interno lordo”.

Nel 2010, col tetto a 5000 euro, la soglia di evasione più bassa

Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, nel corso del decennio che va dal 2010 al 2019, la soglia massima per l’utilizzo del denaro contante ai fini del pagamento e delle transazioni commerciali è stata più volte oggetto di correzioni e modifiche. Nel 2010 si è registrato il livello più alto, quando il tetto al cash era a 5.000 euro, e proprio quell’anno l’evasione fiscale ha toccato la soglia più bassa con 83 miliardi successivi. Nel 2011, il tetto al contante è stato abbassato a 2.000 euro e l’evasione fiscale è salita a 104,8 miliardi di euro, con un incremento di oltre 21 miliardi rispetto all’anno precedente (+26%): quindi, cala il tetto al contante e sale l’evasione.

Ciriani: non possiamo arrivare al divieto di usare il contante

Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento spiega, così a La Stampa la proposta sul cash: sul tetto del contante c’è “un tema di privacy, ognuno deve poter spendere i soldi come crede. Non c’è nessuna relazione tra l’evasione e il tetto del contante. La parte sostanziale dell’evasione riguarda le mafie e i grandi gruppi, nessuno di questi è spaventato dal tetto al contante”.  “Il governo fisserà una cifra. Quello che conta per noi è fermare questa corsa a ridurre il tetto. Perché altrimenti si arriverà al divieto di utilizzare il contante, facendo un regalo ai gruppi finanziari”.

 

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