Tra 80 anni rimarranno meno di 37 milioni di italiani: le catastrofiche stime dell’Onu
L’allarme è noto da tempo: l’Italia va incontro al deserto demografico. Ugualmente, però, i numeri dell’ultima analisi della Population division dell’Onu generano stupore e inquietudine: secondo le previsioni 2022 del dipartimento delle Nazioni Unite che si occupa della popolazione, infatti, gli italiani si ridurranno a 36,9 milioni di abitanti nell’arco di meno di 80 anni, tornando al numero di abitanti del 1883. Una stima che continua a scendere, visto che nel 2019 le proiezioni per lo stesso anno 2100 parlavano di una prospettiva di 40 milioni. Dunque, nell’arco di appena tre anni abbiamo perso, potenzialmente, 3,1 milioni di abitanti.
Per l’Onu nel 2100 il numero di italiani scenderà a quello del 1883
Rispetto all’Italia di oggi, con questo andamento, ci troveremo con 22 milioni di abitanti in meno. È l’effetto del saldo negativo tra nascite e morti, che negli anni 2018-19 in 21 province su 80 è stato già di 2 a 1, vale a dire duecento morti per cento nati, e che tra il 2050 e il 2060 è previsto che arrivi a livello nazionale a 800mila morti l’anno a fronte di 350mila nascite.
Il modello Francia per invertire la tendenza
Un focus all’argomento è stato dedicato, tra gli altri, dal Foglio, che ha sottolineato come, mentre noi andiamo incontro quasi al dimezzamento della popolazione, la Francia «che ha un intero sistema sociale e fiscale che premia la natalità, ha invece appena visto le nascite tornare a crescere (con soltanto sei milioni di abitanti in più, fa quasi il doppio delle nascite dell’Italia, 720mila contro meno di 400 mila)». Dunque, non si tratta di un processo irreversibile, a patto però che la politica se ne interessi. Non caso il tema della «glaciazione demografica» è stato indicato come una priorità da Giorgia Meloni, che da anni ribadisce la necessità di politiche mirate e più volte ha portato come esempio di ciò che si può fare proprio la Francia.