Toscani spregevole contro Meloni, ma del suo body shaming Murgia non si accorge. Ecco chi difende
Due pesi e due misure. Siamo alle solite: se l’insulto viene da sinistra è legittimo dissenso. Se critichi chi ha insultato sei violento e vuoi reprimere il dissenso. Copione seguito alla lettera da Rula Jebreal, della quale non vale più nemmeno rammentare le sciocchezze che scrive sui social. Poi c’è il “fattore donna”. Se critichi una donna di sinistra devi stare attento anche alle virgole. Mentre uno sciatto body shaming è permesso contro Giorgia Meloni. Senza che nessuno alzi il sopracciglio.
Ma facciamo un esempio concreto. Qualche giorno fa l’attrice Alessandra Casella si è unita allo sdegno social per l’elezione di La Russa e Fontana alla presidenza delle Camere. Come se fosse una novità che la maggioranza vota alla guida delle due Camere propri esponenti. Ma poiché è una moda quella di personaggi dello spettacolo che si scagliano contro chi ha vinto le elezioni anche la Casella si è data da fare. E ha insistito, alzando l’asticella finché non è stata notata. Ecco il suo tweet: “Ex picchiatori, nostalgici del Duce, filonazisti e filoputiniani nei due più importanti ruoli di Camera e Senato. Come abbiamo potuto permettere una cosa simile? Il mondo sta ribaltando i valori, come un secolo fa. E noi lì a guardare, conniventi anche all’opposizione“. Un sobrio commento di una che fa “resistenza umana”.
Ex picchiatori, nostalgici del Duce, filonazisti e filoputiniani nei due più importanti ruoli di Camera e Senato. Come abbiamo potuto permettere una cosa simile? Il mondo sta ribaltando i valori, come un secolo fa. E noi lì a guardare, conniventi anche all’opposizione.
— Alessandra Casella (@Casellabooksweb) October 14, 2022
Ovviamente le rispondono. E i toni si alzano. Lei dice pure che se lo aspettava. Insomma fa notizia per qualche ora, e chissà che non fosse proprio quello l’effetto cercato. Ma l’attrice ormai quasi sconosciuta chiama la solidarietà antifascista e in sua difesa arriva Michela Murgia, quella del “fascistometro”. “Quello che sta succedendo ad Alessandra Casella è squadrismo mediatico, una prassi che ormai colpisce qualunque voce anche minimamente critica. Continuate a chiamarle “provocazioni”, “boutade” o magari “giornalismo”. Vedrete dove porta”. Casella ringrazia. Murgia dice: è il minimo, questa roba fa schifo.
E già. Il pestaggio mediatico non è una bella cosa. Peccato che se viene esercitato verso Giorgia Meloni non si chiama più “squadrismo” e nemmeno body shaming. Ma “legittimo dissenso”. Basta leggere l’intervista rilasciata due giorni da Oliviero Toscani a Repubblica. Il fotografo sulla premier in pectore, definita la “Wanna Marchi della politica” si esprime così: “Io non la sopporto anche esteticamente. Mi dà fastidio come parla, strabuzzando gli occhi, come posseduta. E’ tutta sbagliata, la regina di coattonia“. Qualche giornalista sfigato ritwitta pure lo screenshot di questo passaggio definendolo “la cosa più bella che leggerete oggi” (che volete farci, si consolano così…). La Murgia, distratta, non si accorge di nulla.