Svezia, Ulf Kristersson è il nuovo premier: guida una coalizione di centrodestra
Ulf Kristersson, 58 anni, leader dei Moderati, è da oggi il nuovo premier della Svezia. La sua elezione nel Riksdag, il parlamento di Stoccolma, mette fine ad un ciclo di otto anni di governi a guida socialdemocratica. Kristersson sarà alla testa di un esecutivo di minoranza assieme ai liberali e cristiano democratici. Ma potrà farlo solo grazie al sostegno esterno della destra dei Democratici svedesi, che oggi gli ha permesso di raccogliere 176 voti contro i 173 del campo socialdemocratico. Kristersson ha ringraziato per la fiducia accordata e sottolineato che la Svezia si trova ad affrontare «numerose crisi parallele», fra cui i prezzi dell’elettricità, le sfide climatiche e questioni globali.
Determinanti i voti dei Democratici di Akesson
Il nuovo premier presenterà domani il suo governo, ma fin da oggi ci si chiede quanto peso eserciterà la destra, arrivata secondi alle elezioni dopo i socialdemocratici. Kristersson e Jimmie Akesson, il leader dei Democratici hanno già concordato alcuni temi chiave, come la lotta contro le gang criminali e il contrasto ai migranti. Akesson ha parlato di un «cambio di paradigma» con regole più rigide e quote più ridotte d’ingresso per i migranti. E al cambio di paradigma pensano anche gli avversari. «Non c’è dubbio che avremo una Svezia più fredda e dura, più autoritaria», ha commentato l’ex-ministro della Sanità, la socialdemocratica Lena Hallengren.
La Svezia volta pagina
«Mai prima d’ora un partito xenofobo e nazionalista ha ottenuto le chiavi dell’ufficio del governo», ha aggiunto Annie Loof, leader del partito di Centro. Anche negli ultimi otto anni di governi a guida socialdemocratica, prima con Stefan Lofven, e dallo scorso novembre con Magdalena Andersson, la Svezia è stata retta da esecutivi di minoranza. Questa volta la situazione è però diversa, dato il forte peso elettorale dei Democratici che potrebbero esercitare un ruolo dominante dall‘esterno, mentre i tre partiti di governo hanno perso voti alle elezioni dell’11 settembre. Il partito di destra radicale, finora ai margini della politica, ha conquistato 73 seggi, mentre i Moderati del premier ne hanno 68.