Sanzioni, Orbán attacca la Ue: «Impoveriscono l’Europa e arricchiscono la Russia»
Vladimir Putin è rassegnato a ricevere ulteriori sanzioni dalla comunità internazionale. Lo ha detto lo stesso presidente russo in un discorso televisivo durante un incontro con funzionari di governo. Sul fronte bellico, ad aggiornare la posizione del Cremlino è invece la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. «La Russia – ha tenuto a far sapere – è totalmente impegnata a evitare che venga combattuta una guerra nucleare». L’evocazione – seppure per negarla – della minaccia ad un passaggio verso un conflitto non convenzionale non impressiona più di tanto Volodymyr Zelensky.
Putin si aspetta nuove sanzioni
«Non solo l’Ucraina deve dimostrare la sua forza alla Russia – dice il presidente in un video-collegamento con l’Australia –, ma anche l’Alleanza Atlantica deve dimostrare che non ha paura della Russia». A parlare in Italia del conflitto in corso nell’Europa dell’Est è invece Stefania Craxi. «La speranza che le armi della democrazia in questo momento possano essere in campo è labile – ammette la presidente uscente della commissione Esteri – . Non bisogna rinunciare ovviamente, ma è labile. C’è da sperare che la situazione sia sul terreno militare, sia dal punto di vista delle sanzioni, prima o poi conducano Putin a maggiore ragionevolezza».
Elon Musk: «I russofoni dell’Ucraina preferiscono Mosca»
Di diverso avviso il premier ungherese Viktor Orbán, che giudica «fallimentare» la «politica sanzionatoria di Bruxelles», di cui ha auspicato il superamento «perché le sanzioni non sono state all’altezza delle aspettative». E aggiunge: «La guerra non è finita, i prezzi in Europa sono alle stelle, ma la Russia sta facendo buoni profitti». Un’altra lancia in favore di Mosca la spezza Elon Musk, il fondatore di Tesla. «La maggioranza degli ucraini – premette – vuole certamente far parte dell’Ucraina. Ma – azzarda – alcuni regioni orientali sono a maggioranza russa e preferiscono la Russia». E ancora: «Se la volontà della gente conta, si dovrebbe sempre sostenerla, a prescindere da dove i conflitti hanno luogo».