Migranti, il vicesindaco di Lampedusa diserta le commemorazioni: «Una pagliacciata»

4 Ott 2022 13:50 - di Sara De Vico

“È una pagliacciata, le solite passerelle”. Non usa mezzi termini Attilio Lucia,  vicesindaco leghista di Lampedusa. Che dà forfait alle commemorazioni davanti la Porta d’Europa in ricordo della strage di 9 anni fa. Era il 3 ottobre del 2013 davanti le coste dell’isola, in un tragico naufragio morirono  368 migranti. Tra uomini, donne e bambini. Per ricordare quelle vittime oggi studenti italiani ed europei, associazioni, ong, agenzie delle Nazioni Unite, giornalisti, europarlamentari si sono riuniti a Lampedusa lanciando il progetto Welcome Europe.

Strage di Lampedusa, il vice sindaco dà forfait alle commemorazioni

Soltanto spot, secondo il vicesindaco dell’isola pelasgica. Che non risolvono il dramma dell’immigrazione. E alimentano la narrazione della sinistra sulla ‘falsa accoglienza’. “I morti si ricordano in silenzio e pregando”, dice Lucia. “Non con concerti e balli in giro per le strade. Invece che musica e danze servivano una messa, una veglia, una fiaccolata per ricordare quel dolore e dire che Lampedusa non vuole più riviverlo”. Con filmati e proteste eclatanti il vicesindaco ha puntato spesso il dito sulla “retorica buonista di certa sinistra”. Postando sui social i video dei migranti ammassati nell’hotspot di contrada Imbriacola. Costretti a vivere “nel degrado e nella sporcizia”, a dormire all’aperto su “materassini di gommapiuma sudici in nome di una finta accoglienza”.

“No a pagliacciate e passerelle, i morti si ricordano in silenzio”

Disertare l’evento è “una scelta personale e di protesta”, scrive su Facebook rilanciando la provocazione del sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, che aveva proposta di spostare provocatoriamente la porta d’Europa davanti la sede della Ue. “La comunità lampedusana non ha bisogno di quel monumento per ricordarsi della tragedia che si vive ogni giorno nel Mediterraneo”, dice Lucia. Che sui social ha postato l’immagine della Porta d’Europa caricata su un furgone davanti la sede del Parlamento europeo. Una provocazione per chiedere “ancora una volta” un’azione comune da parte di Strasburgo.

Serve un’azione comune dell’Unione europea

“Lampedusa, la Sicilia e l’Italia non possono essere lasciate da sole davanti a un fenomeno di queste dimensioni”. Poi ricorda l’immagine dell’isola militarizzata nei giorni caldi dell’emergenza sbarchi. “Un danno d’immagine enorme per una comunità che vive di turismo. Senza contare l’offesa alla dignità umana con i migranti costretti a rimanere per giorni in condizioni disumane”. La speranza di una svolta, adesso, passa per il nuovo governo scelto dagli italiani: “Mi auguro che la difesa dei confini torni ad essere a essere una priorità della politica. Che l’Italia torni a far sentire la sua voce in Europa. E pretenda un’assunzione di responsabilità collettiva. Perché contro le stragi del Mediterraneo non bastano i concerti e le frasi di circostanza, servono i fatti. E se l’Ue non risponde si porti lì la Porta d’Europa”.

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