Medie e piccole imprese (Fmpi): «Finalmente con la Meloni avremo più tutele. È partita la svolta»
«Finalmente intravediamo in Giorgia Meloni quella svolta necessaria in Italia per salvaguardare le vera spina dorsale dell’economia e dell’occupazione in Italia». Antonina Terranova, presidente della Federazione medie e piccole imprese (Fmpi) plaude al programma del nuovo premier. «A tal fine – ha detto – occorrono alcuni fondamentali e urgenti provvedimenti: bloccare il caro-energia e sostenere le Pmi con risorse economiche a loro beneficio per far fronte al peso del caro bollette. Sono circa un milione le micro e piccole aziende a rischio chiusura a causa di questa emergenza. Tante di esse stanno cadendo nelle maglie dell’usura e della criminalità. Bisogna fare presto».
Fmpi, la conferenza stampa programmatica
Terranova ha affrontato il tema durante la Conferenza stampa programmatica di Fmpi (Federazione medie e piccole imprese) dalla quale sono emerse durissime critiche nei confronti di Carlo Bonomi e di Confindustria. L’evento, che si è svolto all’Hotel del Senato a Roma, ha visto la partecipazione degli alti dirigenti della Federazione, deputati e senatori del nuovo governo e rappresentanti delle piccole e medie imprese.
«È urgente anche porre fine alla “giungla contrattuale” – ha continuato Terranova – sono oltre 950 i contratti nazionali di lavoro censiti dal Cnel, è un quadro insostenibile che alimenta incertezza e disparità di condizioni lavorative. Bisogna procedere – ha concluso – alla riforma della contrattazione, attraverso l’introduzione dei Contratti Nazionali di Settore, e favorire la contrattazione di secondo livello».
Fmpi, Ronghi: «Vogliamo difendere le micro e piccole imprese»
L’intervento centrale è stato affidato al direttore generale di Fmpi, Salvatore Ronghi che senza giri di parole ha attaccato il presidente di Confindustria Bonomi sostenendo che «i suoi interventi vanno sempre nella stessa direzione, salvaguardare le grandi imprese, che sono poco meno del 7% dell’apparato imprenditoriale italiano. Noi, invece, – prosegue Ronghi – vogliamo difendere e sostenere quelle micro e piccole imprese che rappresentano, la vera filiera produttiva italiana. Per questo motivo siamo contenti della direzione in cui si muove il nuovo governo e non possiamo che sostenerlo».
Inoltre, ha concluso Ronghi, «l’Italia ha bisogno di rilanciare il settore manufatturiero e quindi il Made in Italy, anche con un nuovo “Patto Fiscale” che preveda un taglio drastico del cuneo fiscale, per ridurre il costo del lavoro, la riforma per ridurre la pressione fiscale, la cancellazione dalle “cartelle esattoriali” del costo degli interessi e delle sanzioni, al fine di regolarizzare il dovuto».
Fontarosa: «Tante le misure che premiano le grandi imprese»
Giuseppe Fontarosa, presidente del centro studi Fmpi europeo Po.La.Ri.S, dal canto suo ha osservato che «in Italia sono tante le misure per le politiche attive per il lavoro che hanno la discriminante di premiare le grandi imprese a discapito delle Pmi. E’ sintomatico il caso del Fondo Nuove Competenze con il quale le risorse complessivamente erogate per i progetti formativi, a febbraio 2022, sono state pari a oltre 547 milioni di euro. Su un totale nazionale di progetti formativi di adesione al Fondo, pari a 14.617, il maggior numero di istanze risulta quello proveniente dall’area territoriale Sud ed Isole (7.527 istanze). Eppure le maggiori risorse sono andate alle grandi aziende che, ovviamente, sono collocate nel Centro/Nord». Infatti, prosegue Fontanarosa «la Corte dei Conti scrive che la Lombardia è la regione che ha ottenuto il più alto importo – 399.662.652,18 Euro – a favore di 213.048 lavoratori e per un totale complessivo di 22.823.855 ore pari al 34,35 per cento delle risorse nazionali autorizzate. A questo dato si aggiunge quello delle imprese. Quelle attive in Italia nel 2020 sono 1.614.243, con 13.707.237 addetti. Il 93,3% delle imprese occupa fino a 15 dipendenti (Fonte Sistan). Ebbene solo 329 imprese hanno ricevuto il 37% delle risorse erogate ed in particolare 21 di esse hanno ricevuto il 21% del totale».
Insomma – conclude Fontarosa – «il 40% del totale delle risorse messe a disposizione attraverso il Fondo Nuove Competenze sono state erogate allo 0,03% delle imprese italiane. Ecco perché è necessario cancellare questo discrimine attraverso l’inserimento di parametri che non penalizzino le Pmi».
Ronghi e Terranova: «Positiva l’iniziativa di Urso sul difensore civico delle imprese»
«E’ positiva l’iniziativa del ministro Urso di dare vita a un difensore civico delle imprese e di avocare al ministero le procedure in materia di imprese quando altre Istituzioni non diano risposte. Tutto ciò conferma la fattiva attenzione del nuovo governo per le imprese e soprattutto per le piccole e micro imprese che sono il motore produttivo dell’Italia». È quanto hanno poi affermato Ronghi e Terranova.
«Con Giorgia Meloni premier, con il ministro Urso e con la visione politica del destra-centro alla guida del Paese, è partita la grande svolta che ci condurrà all’abbattimento della tassazione che grave sulle imprese, alla riduzione di ben cinque punti del cuneo fiscale, alla semplificazione legislativa ed amministrativa, azioni indispensabili per far ripartire la crescita economica ed il lavoro in Italia – hanno aggiunto Ronghi e Terranova –, per raggiungere questi obiettivi la nostra federazione sarà in campo con le proprie proposte per contribuire al rilancio delle piccole e micro imprese e per contribuire alla realizzazione del programma di un governo che ne ha fatto il proprio baricentro politico».