Marò, Cirielli propone una Commissione d’inchiesta: “Vanno finalmente verificate le responsabilità politiche”

20 Ott 2022 17:56 - di Davide Ventola
Latorre, Girone, commissione inchiesta marà

Il caso due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, al centro di un’intricata controversia internazionale per l’accusa di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala in India a febbraio del 2012, potrebbe approdare in parlamento con una commissione d’inchiesta. Il deputato di FdI Edmondo Cirielli ha presentato, nei giorni scorsi, un disegno di legge per l'”Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condotta delle autorità nazionali nella vicenda relativa ai fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone”.

Cirielli: “Una vecchia battaglia di FdI che vuole fare luce”

“Questa è una vecchia battaglia di Fratelli d’Italia fin dalla nostra costituzione”, spiega all’Adnkronos Cirielli spiegando che già in passato era stata proposta una Commissione di questo tipo “perché sono accadute vicende strane e gravi, finite con l’abbandono e poi addirittura la restituzione dei nostri militari all’India, nonostante rischiassero la pena di morte. Per quei fatti addirittura rassegnò le dimissioni il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata in segno di protesta”.

“Serve una commissione d’inchiesta sulla gestione della vicenda dei marò”

A gennaio scorso il gip di Roma ha archiviato l’inchiesta sui due fucilieri della Marina Militare. E in precedenza il Tribunale arbitrale dell’Aja aveva ordinato formalmente la chiusura del contenzioso tra Italia e India dopo che era stata attribuita all’Italia la giurisdizione sull’accaduto.

“Al netto della vicenda giudiziaria, che ci ha dato ragione – osserva il parlamentare di FdI – occorre verificare se ci siano state responsabilità politiche”. “Sono passati dieci anni – continua Cirielli – questa vicenda rimane un vulnus e bisogna impedire che possa accadere ancora una volta che nostri militari non siano tutelati fino alla fine”. Rispetto al passato, forse nella prossima legislatura più facilmente la Commissione potrà vedere vita: “Indubbiamente ora siamo in maggioranza – conclude il deputato – La priorità è fare il governo, ma questo per noi resta un punto fermo”.

Una delle domande centrali nella commissione d’inchiesta sul caso marò è questa: chi ha tratto vantaggi da una gestione semplicistica della vicenda come ci portano ad affermare i documenti arrivati da Amburgo, preferendo strumentalizzare ai fini politici e pur’anche personali la colpevolezza dei due Marò? Perché il governo Monti li ha riconsegnati all’India rinunciando ad un arbitrato già deciso? La Commissione dovrebbe fare luce soprattutto su questo.

 

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