L’ultimo dono del governo Draghi: un ddl Zan mascherato che “vincola il prossimo governo per 3 anni”
Chiamatelo ddl Zan mascherato. La definizione coniata dalla Verità si riferisce al pacchetto sulla “Strategia nazionale Lgbt+” portata nell’ultimo Consiglio dei ministri. A portarla in tavola è stata il ministro delle Pari opportunità, la renziana Elena Bonetti, senza voto e senza neppure copia per gli altri ministri.
Come scrive Alessandro Gonzato su Libero, «l’ultimo consiglio dei ministri è stato quello della svolta. Finalmente giù le bollette? Macché, ci sono altre priorità: incentivi a chi assume trans, congedi parentali alle coppie «same sex» («dello stesso sesso» non era abbastanza progressista), doppio libretto universitario a chi è nato maschio e si sente femmina e viceversa, ulteriori misure a tutela di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) come se non ci fossero già leggi che difendono (giustamente) chi è vittima di discriminazioni, e poi ancora la «sensibilizzazione dei media», la «formazione delle forze dell’ordine» e di chi lavora «nella pubblica amministrazione». Provvedimento approvato in extremis, prima dell’insediamento del nuovo governo, che in questo modo dovrà accettare i provvedimenti, dato che sono vincolanti per tre anni.
Ecco perché il pacchetto approvato dal Cdm è un ddl Zan mascherato
Non a caso si parla di ddl Zan mascherato perché con questa legge l’ideologia transessuale entra ufficialmente nel mondo dell’impresa, nelle scuole, nella formazione, nella sanità, perfino nello sport con effetti destinati a suscitare perplessità e polemiche. Nelle pieghe del decreto spuntano anche richieste presentate in modo criptico come le «misure di contrasto agli effetti negativi dei trattamenti di conversione – le cosiddette teorie riparative – per i minori Lgbt+». Lo sport non è esente dal coinvolgimento: viene richiesto il «tesseramento alias» (spazio al terzo genere) e la creazione di locali transfriendly. Un primo passo verso il paradosso dello sport americano che vede alcuni trans “nati maschi”, furoreggiare nelle competizioni agonistiche, riservate alla donne.
Sulla vicenda FdI ha già chiarito la sua posizione. «La strategia nazionale serve ad applicare in Italia le norme Ue varate nel 2020. Il governo ha avuto due anni di tempo. Farlo adesso è una trovata pubblicitaria», dice Eugenia Roccella, parlamentare di Fratelli d’Italia. «Non si possono prendere impegni per il governo successivo. La nuova maggioranza è pronta a riprendere in mano tutto da capo. Con la nostra linea».