L’espulsa grillina chiede 600.000 euro all’M5S. Torna in pista Borrè, bestia nera di Conte

12 Ott 2022 20:50 - di Paolo Lami
conte

Rischia di costare molto cara all’M5S, guidato ora da Giuseppe Conte che ha ereditato, assieme al partito di Grillo, anche le molte magagne grilline, l’esclusione di Claudia Majolo, avvocato napoletano del foro di Roma e presidente dell’Unione praticanti avvocati, che aveva vinto le parlamentarie e che poi, invece, è stata cacciata

Claudia Majolo aveva superato le parlamentarie online del Movimento 5 Stelle per poi essere esclusa, si dice, a causa delle sue parole di stima nei confronti di Silvio Berlusconi contenute in alcuni vecchi post sui social.

Messa all’indice dall’ortodossia grillina e da quel giustizialismo becero che ha contraddistinto la prima fase del Movimento Cinque Stelle, ora Claudia Majolo, ha deciso di trascinare il M5S e il suo leader Giuseppe Conte in Tribunale.

Chiederò i danni”, annuncia battagliera la 35enne ex-grillina all’Adnkronos, quantificando in circa 600mila euro la cifra che, secondo lei, i pentastellati dovranno sborsarle per aver ‘infranto’ il suo sogno di diventare deputata.

Si tratta, più o meno, dell’intero ammontare degli emolumenti percepiti da un onorevole nell’arco di una legislatura. Quella a cui Claudia Majolo non ha potuto partecipare.

“Dopo alcuni articoli di stampa, sono stata esclusa con una mail dove però non veniva spiegato il motivo del mio ‘allontanamento‘. Nessun riferimento ai miei post, in quel messaggio”, racconta Majolo. Che precisa: “Non sono mai stata tesserata ad alcun partito”.

Quanto a Conte? “L’ho cercato per avere spiegazioni ma nessuna risposta”, prosegue l’attivista napoletana. Che, per somma disgrazia di Conte sarà assistita dall’avvocato Lorenzo Borrè, la bestia nera dei Cinque Stelle, lo storico avvocato degli espulsi grillini, a cui Claudia Majolo ha dato mandato di adire le vie legali.

E quando le viene chiesto se a determinare la sua esclusione sia stata in realtà la sua vicinanza professionale all’avvocato Luca Di Donna (ex-socio e amico di Giuseppe Conte, indagato per traffico di influenze durante la pandemia dal quale l’ex-premier grillino prese le distanze), Majolo non se la sente di escludere del tutto questa ipotesi: “Non ho prove concrete in proposito, ma l’assenza di una motivazione giuridicamente esauriente è emblematica di quanto accaduto”. Borrè affila le armi per l’ennesima battaglia contro i vertici grillini.

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