L’esperto di antiriciclaggio: il contante è uno strumento di civiltà. La criminalità non ‘usa’ la moneta

27 Ott 2022 19:29 - di Redazione

“Il contante è uno strumento di civiltà e inclusione finanziaria. Soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Essere contro l’innalzamento della soglia per la sua circolazione va spiegato ai milioni di italiani che lo utilizzano. E soprattutto a quelli che non hanno un conto corrente bancario e una carta di credito. Circa 15 milioni per essere attendibili”. Non usa mezzi termini Ranieri Razzante, docente di legislazione antiriciclaggio nell’università di Bologna e tra gli autori delle norme antiriciclaggio oggi vigenti.

Razzante: il contante è uno strumento di civiltà

“Il contante ci viene consegnato attraverso il sistema bancario centrale”, spiega il professore all’Adnkronos. “E proprio la Banca d’Italia, quattro giorni fa, in un suo rapporto, rileva una significativa riduzione del suo utilizzo nell’ultimo triennio. Studi recenti di varia natura testimoniano il cosiddetto ‘sorpasso’ degli strumenti alternativi al contante rispetto alla moneta cartacea”. E ancora: “Le autorità di settore e di polizia, nei loro rapporti, segnalano in questi ultimi cinque anni l’allarme per l’utilizzo da parte della criminalità organizzata di cryptovalute, crypto asset e Dark web. Per regolare i traffici illeciti, nonché per riciclare il denaro che ne deriva”.

Le obbligazioni pecuniarie vanno pagate in moneta

“Mi piace ricordare inoltre che il nostro codice civile”, continua l’esperto, “sancisce l’obbligo di regolare le obbligazioni pecuniarie con la moneta. L’alternativa è benvenuta, dato che i progressi raggiunti nella regolazione dei flussi finanziari e monetari non possono che essere salutati con soddisfazione. In termini di trasparenza e sicurezza per i cittadini. Al contempo non vi sono dubbi che la nuova frontiera della criminalità economica sia costituita da pagamenti non contestuali, a distanza e sofisticati. Cosa inconciliabile, se non altro per problemi fisici, con le valigette e i sacchi di contante”.

Il sommerso non diminuisce per effetto del tetto

Ecco perché il progetto del governo Meloni, confermato oggi dal ministro per i rapporti con il Parlamento, di innalzare il tetto al contante, risponde a ragioni di sicurezza e buon senso. “Basterebbe quindi ricorrere alle fonti ufficiali per non sbagliare i calcoli”, suggerisce l’esperto. “Il sommerso certificato dall’Istat non risulta diminuito per effetto del tetto al contante. E questo purtroppo non è mai avvenuto quantomeno dal 2000 in poi. Opportuno quindi l’innalzamento, magari non a 10.000 euro. Ma, più ragionevolmente, a 3.000€. Se non altro per consentire i pagamenti e i regali, perché no, a quei cittadini che ancora non dispongono di strumenti alternativi. E che non desiderano sopportarne i costi”.

L’evasione fiscale avviene soprattutto con i bonifici

“Sull’abitudine a richiedere scontrini e fatture a fronte dei pagamenti effettuati si dovrebbe aprire un capitolo a parte, che impatta poco sulla tipologia di mezzo di pagamento utilizzato. L’evasione fiscale, quanto meno nel nostro paese ma anche all’estero, si realizza primariamente con schemi societari e fittizi di tipo commerciale e industriale. Tramite pagamenti attraverso bonifici e a fronte di fatture per operazioni inesistenti. Per arrivare a 150 miliardi di evasione fiscale italiana credo ci vorrebbero troppi contanti ” conclude Razzante.

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