La sinistra con la bava alla bocca. De Luca insulta Fontana, la De Gregorio: “Mi diverte”

16 Ott 2022 10:04 - di Luca Maurelli

Non c’è nessun collegamento tra gli insulti dei politici, dei giornalisti e degli intellettuali agli esponenti del centrodestra che hanno osato accettare cariche pubbliche e istituzionali, e quei messaggi deliranti e minacciosi che sono apparsi in questi giorni sui muri delle città, tra i La Russa a testa in giù e il Fontana paragonato a un Hitler filorusso da bloccare. Nessun collegamento diretto, ma quante suggestioni in quei messaggi d’odio, quanto rancore contro chi ha vinto le elezioni, quanta frustrazione sociale, quanta mancanza di cultura politica e istituzionale…
Immaginate, per esempio, un writer di un centro sociale che armato di bomboletta abbia pensato di scrivere un insulto o una minaccia ai neopresidenti di Camera e Senato e si sia ritrovato tra le mani quel corsivetto di oggi della più amata delle giornaliste di Repubblica, Concita De Gregorio, per anni direttrice dell‘Unità e oggi conduttrice seria e ascoltata su La 7: un’osservatrice talmente imparziale della politica e così rispettosa dello stile british sui “fatti separati dalle opinioni”, che si dichiara profondamente divertita da quegli insulti, tipo “troglodita”, affibbiato ieri da governatore De Luca al leghista Lorenzo Fontana. Una lezione di stile, della sinistra “con la bava alla bocca”, che in tv e sui giornali non si preoccupa delle ricadute sulla pubblica opinione di “opinioni” di “stakeholder” della politica e del giornalismo sulle mani armate di bomboletta (oggi, domani chissà cosa…) di un writer-hater-anarch-testadicazzo.

La De Gregorio, stamane, su Repubblica ha un incipit di grande umiltà. Si scusa, non con gli italiani, ma con chi si meraviglierà se parla bene di De Luca, una volta. Lo fa per alti e nobili valori morali, ma sperando forse in un occhio di riguardo del presidente dei cinghialoni nei suoi confronti sulle querele incassate dal suo simpaticone. “Non posso essere accusata di indulgenza verso Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che credo mi abbia citata in giudizio in automatico ogni volta che l’ho nominato, negli anni. Non so se proprio ogni volta, a tutela della salute mentale non tengo il conto, ma molte. Devo dire, per completezza, che mai sinora ha avuto soddisfazione dai tribunali – sempre archiviazioni e assoluzioni, per il momento – ma non indulgo all’ottimismo nel futuro, anche per scaramanzia – sono certa che lui capirà, anche se non possiedo cornetti. Vuole forse farmene omaggio? Non disdegnerei: nel dubbio, non si sa mai, al potere degli amuleti io ci credo. Mi sono sempre chiesta come la sinistra potesse riconoscersi in un profilo così dispotico, diciamolo. Paternalista. Familista – ma la risposta è semplice, non discutibile: porta un sacco di voti, vince. È un leader, nelle sue terre, dunque meglio averlo con noi che contro…”, è l’ineccepibile teoria machiavelliana della De Gregorio, deprimente quasi quanto una battuta spiritosa di Letta, ma tant’è.

Poi la giornalista ammette di essersi divertita guardando De Luca alla convention dei Giovani industriali di Capri. “Ha detto ‘hanno comprato i voti’, lui conosce i mercati meglio di me, mi fido. Ha detto, di Lorenzo Fontana presidente della Camera, ‘è un troglodita’. Mi ha fatto simpatia, il coraggio. Subito Meloni è intervenuta con un post a dire sono le massime cariche dello Stato, attenti al vilipendio. Ma lui niente. Lui ha detto ‘rispetto a Fontana, Ferdinando di Borbone era un rivoluzionario. Fontana è pericoloso’. Ok, bisogna capire il paragone. Ferdinando di Borbone, cercare su Wikipedia. Però insomma, ecco. Volevo dire che il mio consueto nemico in tribunale De Luca ieri mi ha fatto ridere. È cosa notevole, rara, lo ringrazio”.

Insomma, si sguazza negli inciuci, nelle fake news, nelle ironie da caserma. Ma noi ringraziamo, lei, Concita, per averci svelato il suo senso dello Stato, delle istituzioni e l’idea della donna che riconosce il leader unico, quasi mussoliniano, che convoca manifestazioni di pace nel suo nome, pagando i bus agli studenti, sfotte le donne sovrappeso e ironizza sui bambini che vogliono andare a scuola. Grazie Conchita, molto cinica, cinica come un uomo, sola come un uomo, canterebbe il suo amato Vecchioni.

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