In ricordo di Mario Zicchieri, FdI: “È tempo di un Museo per le vittime del terrorismo”

29 Ott 2022 18:35 - di Alessandra Danieli

È passato quasi mezzo secolo. Era il 29 ottobre 1975 quando, nel cuore del quartiere Prenestino a Roma, Mario Zicchieri veniva freddato davanti alla sezione del Msi di via Gattamelata da un commando di terroristi vicini alle Brigate Rosse. Cremino, il suo soprannome, aveva appena 16 anni. Colpito da un fucile a canne mozze, insieme ad altri due ragazzi, uno dei quali gravemente ferito. È morto sul colpo, riverso su una pozza di sangue.

Il ricordo di Mario Zicchieri a 47 anni dall’uccisione

Erano gli anni in cui ‘uccidere un fascista non era reato’, gli anni orribili del piombo e delle stragi. Gli anni in cui le future Br si addestravano con i ragazzi del Fronte della Gioventù per poi colpire obiettivi più alti. Giovani colpevoli di nulla. Come Mario. Un ragazzo di destra, impegnato per gli altri in un quartiere popolare difficilissimo, cresciuto con i valori della comunità e della lotta popolare. Molto lontano dello stereotipo del neo-fascista. Nella sezione missina dove Zicchieri militava si lavorava per il quartiere, si svolgevano attività sociali e ricreative, al suo interno persino dei biliardini. Arredamento insolito per l’epoca. Oggi Mario Zicchieri avrebbe 64 anni. Anche per lui nessuna giustizia. Come per altri militanti di destra ammazzati, Paolo Di Nella, Francesco Cecchin, Angelo Mancia, nessuno ha mai pagato.

Mario è uno dei tanti ragazzi, di destra e di sinistra, colpiti dalla scia di sangue degli anni ’70, vittime di una guerra civile strisciante e devastante. Che andrebbe consegnata definitivamente alla storia e alla memoria nazionale perché quella violenza assurda scatenata dall’odio ideologico non si ripeta mai più. Oggi come ogni anno, nel segno della memoria e della pacificazione nazionale,  una delegazione guidata dal presidente del V municipio Mauro Caliste, si è recata per deporre una corona all’interno del giardino pubblico dedicato a Cremino, a duecento metri dal luogo dove fu ammazzato. Un’iniziativa sofferta e tenacemente voluta, quella dell’intitolazione della piccola area verde, realizzata sotto la giunta Alemanno 10 anni fa. Sotto la targa che recita “Giardino Mario Zicchieri”, accanto agli esponenti di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, Massimo Milani, Francesco Ghera, Daniele Rinaldi, anche il vicepresidente del V municipio Maura Lostia e il capogruppo del Pd del V municipio Claudio Poverini. Una presenza trasversale ai partiti che testimonia come l’esecuzione di Mario Zicchieri,  47 anni fa, sconvolse l’intera comunità di quartiere e oggi, dopo quasi mezzo secolo, il suo sacrificio è ricordato e onorato al di là delle tessere di partito.

Mollicone: è tempo di un Museo per le vittime del terrorismo

“La ricorrenza della tragica morte di  Mario Zicchieri, vittima del terrorismo, non è solo memoria ma viva necessità di azione di chiusura dell’infinito dopoguerra italiano”. Così Federico Mollicone che propone l’istituzione di un Museo per le vittime del terrorismo e delle stragi. “Nel quale raccontare la strategia della tensione, la guerra civile interna tra destra e sinistra, e il dopoguerra italiano”, spiega il deputato di Fratelli d’Italia. “Ricordando tutte le vittime, di destra e di sinistra, e delle forze dell’ordine. Un museo con percorsi digitali ed esperienziali, dove la storia tragica del dopoguerra possa essere onorata e studiata. Anche tramite l’acquisizione di documenti delle commissioni d’inchiesta, sul modello del memoriale dell’11 settembre a New York”.

 

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