Il mare virtuale del web nel mirino degli hacker e quello reale minacciato dai pirati: l’Ucid giovani a convegno

1 Ott 2022 17:04 - di Monica Pucci

Si è svolto giovedì, nel palazzo della Cooperazione di Roma, il seminario “Terra Nullius. La pirateria nei mari e nel web. I due fenomeni a confronto”, promosso dal Movimento giovani della Lombardia e del Lazio dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti), con il contributo della sezione di Busto Arsizio. Hanno aperto i lavori il Presidente Nazionale dei Giovani Ucid, Benedetto Delle Site ed il Consulente ecclesiastico del Gruppo Lazio S. Ecc. Monsignor Paolo Selvadagi, oltre che il responsabile giovani Busto Arsizio, Jacopo Toia.
Il primo intervento è stato del Sen. Riccardo Pedrizzi, presidente nazionale del Comitato Tecnico Scientifico e del gruppo Ucid del Lazio. A seguire quello di padre Bruno Ciceri, responsabile Apostolato del mare nel Dicastero vaticano per il servizio allo sviluppo umano integrale e di Silvana Vanadia, avvocato dello Stato presso il distretto di Milano.
Il presidente dell’Ucid Lazio, Riccardo Pedrizzi ha denunciato i rischi che la mancanza di una cultura sulla cyber sicurezza nazionale può creare nella gestione della “terra di nessuno del web” in cui sia i privati cittadini che le istituzioni e le amministrazioni pubbliche si muovono spesso senza protezione e con eccessiva disinvoltura.

“Gli attacchi informatici che recentemente sono arrivati da hacker cinesi e russi, in tutto il mondo, non solo in Italia, dimostrano la facilità con la quale soggetti esperti, dall’estero, possano generare disinformazione o panico nell’acquisizione di dati sensibili. In Italia – ha sottolineato Pedrizzi – l’opinione pubblica sembra meno sensibile e meno consapevole di quella di altri Paesi, come la Germania e la Francia, su questo tema e sui pericoli che si corrono. La creazione dell’Agenzia nazionale per la cyber sicurezza è sicuramente un passo in avanti, ma non basta, servono investimenti e prevenzione, dobbiamo colmare anche un ritardo di conoscenze, puntando sui giovani ed incentivando i nostri cervelli emigrati a rientrare dall’estero. Anche il nostro management pubblico e privato va formato sui temi della cyber sicurezza: secondo alcune ricerche, il 40% dei nostri dirigenti, pubblici e privati, non ha alcuna conoscenza di questi temi”.
Dagli hacker informatici ai pirati del mare, a detta di Pedrizzi, il passo è breve: “Anche in questo caso si naviga a vista tra le pieghe del diritto internazionale e i nostri marittimi, che muovono un comparto che mantiene un milione e duecentomila naviganti su migliaia di imbarcazioni nelle trasferte in mare rischia ogni giorni di restare vittima di quel fenomeno di pirateria moderna che nulla ha a che fare con il terrorismo ma che rende sempre meno sicuri i mari ed il commercio marittimo. Per questo il nuovo governo, anche nel segno del sovranismo nazionale dovrà affrontare questo problema in termini di prevenzione e di sicurezza”.

 

 

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