Dopo la bocciatura italiana, il “professor” Letta rischia il posto anche all’università francese

27 Ott 2022 17:39 - di Monica Pucci

Dopo giorni e giorni di psicodramma, autoanalisi, flagellazioni e gaffe a ripetizione, è durata appena tre ore piene la discussione della segreteria del Pd, convocata stamattina alla sede nazionale da Enrico Letta. Una segreteria allargata ai tre capigruppo e al tesoriere, con l’obiettivo di raccordare l’attività di partito con l’opposizione parlamentare. I due percorsi, è la sintesi della riunione, devono procedere contestualmente e anche il dibattito congressuale dovrà legarsi all’agenda nel Paese e in Parlamento. A marzo…

Il Pd prova a raccogliere i cocci ma il congresso è lontanissimo….

“Sono sconcertato per le prime mosse del governo -ha spiegato Enrico Letta-. Tutto avrei pensato tranne che la prima misura di politica economica fosse l’innalzamento del tetto del contante. Nella condizione di emergenza che stiamo vivendo, con l’inflazione alle stelle e la recessione alle porte, aumentare questa soglia significa fare una scelta dissennata che peggiorerà la situazione con l’unico effetto di far aumentare il nero e far diminuire le entrate fiscali”.

Per i dem, le priorità del governo sono difficili da identificare: “La presidente del Consiglio ci ha detto chi è ma non cosa intende fare”, è la valutazione. “Sul contante l’impressione è che la premier abbia voluto dare un contentino alla Lega: ok alla soglia alta ma in cambio niente quota 101, niente flat tax modello Carroccio, niente accondiscendenza verso le mille promesse elettorali irrealizzabili. Semplicemente per un motivo: le risorse non ci sono”, sottolineano fonti del Nazareno.

Altro tema trattato, quello del perimetro dell’opposizione. Pur sforzandosi di trovare un terreno comune con le altre forze di opposizione, sottolineano sempre al Nazareno, “il Pd non deve perdere tempo ad inseguire chi evidentemente non vuole fare gioco di squadra ed essere invece molto forte nel lavoro in Parlamento, a partire dalla legge di bilancio e nell’individuazione delle battaglie nel Paese”. Fino a marzo, però, il Pd rischia di restare stritolato nella morsa del Terzo Polo e del M5S….

Letta cerca un lavoro all’università francese ma rischia di non ritrovarlo…

Intanto però, in vista del congresso di marzo, che dovrebbe segnare l’addio di Letta al partito, il segretario pesantemente sconfitto alle elezioni dal centrodestra e alle prese con un partito che rischia di essere cannibalizzato dal M5S, secondo indiscrezioni Enrico Letta starebbe pensando a un ritorno in Francia, dove si era autoesiliato all’università “Sciences Po”. in seguito al defenestramento realizzato ai suoi danni da Matteo Renzi. Il segretario del Pd, secondo Dagospia,  sembra non avere scelta: «Per lui non resta che il buen retiro parigino: vorrebbe tornare a fare il preside della scuola Affari internazionali dell’università Sciences Po». Ma non sarà facile neanche lì. Secondo l’informatissimo sito, il suo ritorno a Parigi troverebbe resistenze da parte delle autorità accademiche che lo dovrebbero accogliere da perdente, non solo contro la destra italiana, alla quale il sito della facoltà dedica un’allarmante articolo sull’avvento degli estremisti, ma anche rispetto all’opposizione, vietnamizzata anche grazie alle sue “strategiche” scelte…

 

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