Dal ministro Schillaci la road map sul Covid: “Se ci saranno nuove varianti siamo pronti a intervenire”

31 Ott 2022 19:04 - di Redazione
ministro Schillaci

La conferenza stampa dopo il Cdm con Giorgia Meloni e i ministri Nordio (Giustizia), Schillaci (Sanità) e Piantedosi (Interni), ha presentato la road map dei primi interventi del governo in materia di giustizia, sanità e sicurezza. Premier e titolare del dicastero della Salute, allora, hanno spiegato le prime iniziative che regoleranno prevenzione e contrasto alla pandemia di Covid. Con il ministro Schillaci che ha personalmente illustrato punti e tappe di un percorso, che parte nel segno della propositività e della collaborazione sinergica.

Il ministro Schillaci illustra la road map di governo in contrasto alla pandemia

A cominciare proprio dalla decisione – su cui si è soffermata la stessa Giorgia Meloni – di anticipare la fine dell’obbligo vaccinale per i medici al 1 novembre «perché così si rimettono al lavoro nella sanità 4000 persone». Non solo. Confermato l’obbligo delle mascherine all’interno degli ospedali e delle Rsa. Perché «bisogna avere attenzione alle persone». E stante il fatto che: se ci saranno nuove varianti – ha spiegato Schillaci – siamo pronti in ogni momento a intervenire».

Da Schillaci il tributo al sacrificio di medici e infermieri

Interventi coadiuvati da una più massiccia presenza di medici e operatori sanitari nei presidi ospedali. Personale al quali il titolare del dicastero della Salute ha rivolto subito un sentito ringraziamento per l’abnegazione e il sacrificio dimostrati, specie nelle prime fasi della pandemia. «Approfitto di questa occasione – ha dichiarato il ministro in conferenza stampa – per ribadire quella che è stata l’importanza dei vaccini nel contrasto alla pandemia di Covid. E per ringraziare sentitamente i medici e tutti gli operatori sanitari che si sono prodigati, pagando anche un pesante tributo di vittime». Ma vediamo le iniziative illustrate, punto per punto.

L’importanza dei vaccini e del richiamo in servizio di medici e operatori sanitari

Sul fronte della lotta al Covid, si comincia con il richiamo al tema vaccinale. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dei ministri, ha anticipato a domani, primo novembre, la scadenza dell’obbligo vaccinale Covid-19 per gli operatori sanitari. Spiegando i termini della risoluzione, sottolineando: «Crediamo fortemente che aver rimesso a lavorare nelle nostre strutture questi medici e questi operatori sanitari serva innanzitutto per contrastare proprio la carenza che si registra sul territorio».

«La carenza di personale medico e sanitario negli ospedali deriva da una programmazione sbagliata degli ultimi 10 anni»

E non è tutto. Insieme al quadro epidemiologico, la molla del provvedimento varato oggi in Cdm è anche un’altra, ha argomentato durante la conferenza stampa con il premier Giorgia Meloni: «Si aggiunge il problema grave della carenza di personale medico e sanitario nei nostri ospedali. Carenza che deriva da una programmazione evidentemente sbagliata negli ultimi 10 anni. Con il ricorso sempre più frequente a medici extracomunitari. Oppure ai cosiddetti medici a gettone, che percepiscono emolumenti pari da 2 a 5 volte quelli percepiti dai medici che operano nel Servizio sanitario nazionale».

Il ministro Schillaci: «Il quadro epidemiologico è mutato»

Non solo. Il ministro Schillaci, soffermandosi sul tema dell’emergenza medici e personale sanitario, ha spiegato anche che si è deciso di «anticipare all’1 novembre la scadenza dell’obbligo per gli esercenti la professione sanitaria rispetto alla vaccinazione Covid, innanzitutto perché il quadro epidemiologico del Covid-19 oggi è mutato rispetto a quando questo provvedimento sull’obbligo vaccinale è stato preso». «In particolare – ha evidenziato – dai dati in nostro possesso oggi l’impatto sugli ospedali continua ad essere limitato. C’è una stabilizzazione e una diminuzione dell’incidenza dei casi di contagio. E anche una stabilizzazione del tasso di occupazione, sia dei letti nelle aree mediche. Che nei posti in terapia intensiva».

Covid, Schillaci conferma: «Già firmata l’ordinanza sull’obbligo di mascherine in ospedali e Rsa»

Venendo a questioni più tecniche, inoltra, il ministro Schillaci ha fatto sapere di aver firmato, già questa mattina alle 8, «un’ordinanza che proroga l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie, in relazione non solamente allo scenario di Covid-19, ma anche al fatto che ci stiamo approssimando alla stagione influenzale. Mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione. È una scelta condivisa con il primo ministro. Non c’è alcun ripensamento».

Stiamo lavorando sui 5 giorni di isolamento per i positivi

«Un altro aspetto è quello dell’isolamento di 5 giorni» per i positivi a Covid. «Ci stiamo lavorando – ha ribadito Schillaci –. Oggi abbiamo avuto le prime riunioni scientifiche con gli esperti dell‘Istituto superiore di sanità e dell’Irccs Spallanzani. E anche con Aifa», l’Agenzia italiana del farmaco. «Per questo vediamo un attimo qual è l’evoluzione del quadro epidemiologico. Poi ribadisco: ogni decisione verrà presa sempre e solo nell’interesse dei pazienti», sottolinea il neo-ministro della Salute.

Il ministro sul passaggio del bollettino da giornaliero a quotidiano

Infine, sul passaggio del bollettino Covid da una modalità giornaliera a quella settimanale, Schillaci ha spiegato chiaramente che: «C’è stata qualche polemica per il passaggio a un bollettino settimanale. Ma avere una stima settimanale dal punto di vista statistico ci dà maggiore certezza di ciò che stiamo monitorando rispetto a una valutazione quotidiana. I dati vengono raccolti tutti i giorni e non sono secretati. Sono sempre a disposizione delle autorità competenti. Inoltre, laddove ci fossero variazione importanti da un giorno all’altro – ha chiosato il ministro – saremmo i primi a comunicarlo».

Schillaci: «La salute pubblica non è problema ideologico o burocratico…»

Perché, come ha sottolineato in conclusione Schillaci sulle decisioni prese e le valutazioni al vaglio: «La salute pubblica non è un problema ideologico e burocratico. Bisogna avere un approccio sereno e scientifico nell’interesse unico dei malati. Malati che sono da sempre al centro della mia attenzione, da medico e ora da ministro».

 

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