Da Pfizer Italia 1,2 miliardi di dollari all’estero per non pagare tasse. E licenziò i lavoratori

27 Ott 2022 10:35 - di Paolo Lami
Pfizer

A febbraio cacciò 130 dei 650 dipendenti del suo stabilimento di Catania mettendoli in mezzo a una strada e ora si scopre che Pfizer Italia, la filiale italiana della celebre azienda farmaceutica leader nella produzione di vaccini in tutto il mondo avrebbe sottratto al Fisco italiano 1,2 miliardi di dollari per non pagare le relative tasse nel nostro Paese.

Sulla faccenda stanno ora indagando la guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate anche alla luce dei clamorosi licenziamenti che il colosso farmaceutico fece a febbraio nonostante avesse incassato miliardi dall’Italia per la vendita dei suoi vaccini.

Sbarcata in Italia nel 1955, la multinazionale statunitense  che è la più grande società del mondo operante nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione di farmaci, conta 2.000 dipendenti nel nostro Paese dove ha due stabilimenti produttivi: quello di Catania, da cui ha, appunto, licenziato 130 persone, e quello di Ascoli Piceno oltre alla sede principale a Roma e a quella di Milano che ospita gli uffici della Farmacovigilanza e della Regulatory Strategy, e di un gruppo di Ricerca di sviluppo clinico oncologica a livello internazionale.

Pfizer Italia ha dichiarato, nel nostro Paese, un fatturato, nel 2020, di circa 800 milioni di euro e, a livello globale, e la casa madre ha raddoppiato, in un anno, il fatturato, grazie alla corsa all’acquisto dei vaccini, passando da 42 miliardi di dollari del 2020 agli 81 del 2021. Nonostante ciò, come detto, Pfizer Italia ha licenziato i propri lavoratori e, secondo l’agenzia Bloomberg che ha svelato le indagini di Gdf e Agenzia delle Entrate, avrebbe sottratto al Fisco 1,2 miliardi di euro.

Da imprenditore liberale, conoscitore delle dinamiche aziendali, ma consapevole anche delle responsabilità sociali delle imprese (che possono sostenerle) non riesco a non definirli cialtroni”, scrisse Crosetto su Twitter all’epoca dei licenziamenti.

Gli accertamenti della Finanza e del Fisco italiano riguardano un periodo che va dal 2017 al 2019, quindi i tre anni precedenti la pandemia, e si concentrano sul trasferimento di 1,2 miliardi di euro alle divisioni affiliate a Pfizer Production e Pfizer Manifacturing negli Stati Uniti e in Olanda per evitare le tasse sui profitti.

“Le autorità italiane” effettuano controlli “di routine” dice la portavoce di Pfizer, Pam Eisele aggiungendo che  “Pfizer coopera” e “rispetta le norme fiscali e i requisiti dell’Italia”.

 

 

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