Veneziani sferza gli anti-Meloni: le 6 categorie, tra vittime, fuggiaschi e quelli che… si riposizionano
Dalle colonne de La Verità Marcello Veneziani stila in controluce la radiografia del Paese e come, bando ai chiaroscuri, «ha reagito il mondo di sopra alla vittoria netta di Giorgia Meloni e al suo futuro avvento al governo dell’Italia». Una disamina lucida di quanto accaduto nel febbrile momento pre-elettorale e su cosa potrebbe accadere (o meno) in queste settimane che precedono insediamento e avvio del governo che verrà. E nel descrivere lo scenario incombente del «processo preterintenzionale al governo Meloni, nella sua fase prenatale».
Veneziani e la reazione del “mondo di sopra” alla vittoria della Meloni
Quando, già «entro domenica qualcuno sbotterà: ma basta, non se ne può più di questo governo Meloni, che non affronta i veri problemi del Paese», parla di inizio del «mese della prevenzione mentale», quando giornaloni, vipponi e aedi del mainstream, si dimostreranno pronti ad attivare «la logica del branco». Quella che consiste nell’«accerchiarla e osservarla: se dà segni di debolezza tutti a bastonarla per finirla. Se invece si mostra solida, tutti lì a far girotondo intorno a lei e a far la riverenza». Tutti solerti, come scrive Veneziani in punta di fioretto, ma assestando sciabolate ai fianchi, tutti a muoversi tra scenari apocalittici e evocazioni profetiche. Laddove l’indefinitezza di quel “tutti” può riassumersi in sei categorie antro-politiche. Vediamo quali sono.
Veneziani e le sei tipologie prevalenti di elettori post voto
Così, scrive Veneziani sul quotidiano diretto da Belpietro, «scene di disperazione a parte, dopo un attento studio antropologico e una classificazione scientifica, si possono distinguere sei tipologie prevalenti, che traspaiono già dai titoli dei giornaloni e dalle dichiarazioni degli influencer, dei cantanti, delle consorterie e dei galoppini: l’espatrio virtuale, la guerra preventiva, il vittimismo cautelare, il malcontento precoce, la neutralizzazione transgenica, il riposizionamento mutante».
La prima: la fazione dei “pronti all’espatrio” che alla fine non si esiliano mai…
E allora: «Per cominciare le dichiarazioni di espatrio già espresse poco prima del voto. Se vince la Meloni ce ne andiamo dall’Italia che diventerà una dittatura fascista e sarà annessa col Donbass alla Russia e gemellata all’Ungheria. Le ultime elezioni sarebbero state il referendum-farsa di Putin per l’annessione. Lo stesso fenomeno di espatrio avvenne al tempo di Berlusconi, ma non si registrò alcun esodo. Facile è stato immaginarsi file di emigrati, di richiedenti asilo, biglietti aerei pagati a peso d’oro, carovane di esuli. E invece zero. L’esilio oltre che volontario, è virtuale: un gioco di ruolo, per sentirsi la coscienza a posto».
Veneziani e la seconda categoria anti-Meloni: i «militi della brigata Erode» e il fronte aperto sull’aborto
«Seconda categoria, la guerra preventiva. Prima che la Meloni riceva il mandato, formi il governo e si insedi, comincia già la guerra su tutti i fronti possibili, a partire dall’aborto e i diritti civili. Anche se la Meloni ha detto di non voler toccare la legge 194, ma solo di volerla portare a compimento per quella parte che riguarda gli aiuti a chi non abortisce, il messaggio di risposta dei militi della brigata Erode è «giù le mani dall’aborto», anzi aboliamo l’obiezione di coscienza dei medici. Guerra preventiva».
La terza categoria: quella delle vittime retroattive
Nella terza categoria per Veneziani «si torna a una sfera più personale e si adotta il vittimismo a priori, a scopo cautelare. Abbiamo già visto eroici fratelli bandiera della resistenza antimeloniana gridare alto e forte il loro antifascismo, annunciare che presto saranno sostituiti nei loro posti (ottenuti in massima parte perché allineati al regime precedente, e alla sinistra egemone) dai nuovi scherani di regime. Tutti a fare a gara con dichiarazioni di odio alla Meloni e cercare l’incidente per poi rendersi intoccabili una volta ottenuto lo statuto di vittime e bersagli della censura mussomeloniana. Tattica in uso soprattutto in Rai, in alternativa al leccaculismo plurimo aggravato, e mutante».
Veneziani sulla quarta categoria: quella degli scontenti a prescindere e da prima che la Meloni…
Il quarto tipo di reazione, invece, secondo Marcello Veneziani «liscia il pelo all’antico e perenne scontento popolare. È il Piove Meloni ladra, nuova versione dell’attribuzione di ogni male al governo, con la variante perversa che il governo Meloni ancora non c’è, ma i suoi danni e le sue angherie sono prenatali. Si compiono già nel feto. Anzi, nelle intenzioni ovariche». Come nel caso delle proteste inscenate al liceo Manzoni che ha già processato la Meloni attraverso l’ecografia del feto, annunciando che la suddetta, prima ancora di andare al governo minaccia dalla placenta l’Italia e fa perfino il saluto romano nelle acque prenatali»…
La quinta categoria: i fautori della mutazione genetica da Draghi
La quinta tipologia che Marcello Veneziani ipotizza «è invece volpina ed è intentata da quei poteri furbi, forti e grassi che vogliono circuire la Meloni, isolarla dal suo habitat e portarla nella foresta degli orchi dove adottarla come Mowgli. In particolare c’è chi sta lavorando, anche sui giornali, per una mutazione genetica della stessa, una specie di fluid gender, in cui trasformare la Meloni in una Drag queen, previo inseminazione artificiale, usando Mario Draghi come donatore di seme. Dalla banca del seme al seme della banca, l’operazione è compiuta: la Meloni s’ indraghisce e i suoi maestrogeppetto della stampa & propaganda, le regalano l’abecedario in forma di Agenda Draghi».
Infine, quelli che… si riposizionano
Infine la sesta tipologia per Marcello Veneziani «è quella di sempre: tanti si riposizionano e si convertono al melonismo, di cui si professano segreti ammiratori da sempre. È l’eterno servilismo nazionale. I voltagabbana, i riciclati, i triciclati reversibili, con possibilità di ritorno indietro all’antimelonismo del giorno prima, appena mutano le condizioni atmosferiche»… Prefigurandosi addirittura che già ci sarebbe «chi si appresta a prendere la doppia tessera, Melon club e Dem. O anche altri circuiti di potere per garantirsi di non restare per terra se la prima dovesse inciampare e cadere». Del resto, quanto accaduto prima del voto non ha ampiamente gettato le basi per tutto questo?