Ucraina, Tajani: «Con Berlusconi mediatore, Putin non avrebbe aggredito Kiev»

7 Set 2022 10:55 - di Michele Pezza
Tajani

Una carta, se non decisiva certamente importante, eppure non calata sul tavolo della crisi russo-ucraina: quella di Silvio Berlusconi. Lui e Angela Merkel – assicura Antonio Tajani in un’intervista a Libero – avrebbero potuto svolgere un ruolo di mediazione con Putin e forse evitare l’attuale conflitto, che sta producendo morti e miseria. «Erano le persone più indicate non solo per esperienza e autorevolezzadice il numero 2 di Forza Italia -, ma anche perché lo conoscono bene». E dire che Tajani aveva proposto i due nomi fin dalle prime avvisaglie belliche. Oggi non resta che il rammarico per quella mancata decisione: «Dovevano essere gli inviati delle Nazioni Unite».

Tajani: «Il Cav e Merkel avrebbero scongiurato la guerra»

Tentare di calare la carta Berlusconi-Merkel oggi sarebbe inutile. Il primo ad ammetterlo è proprio Tajani: «Credo che la situazione sia ormai compromessa – dice –, e il conflitto durerà ancora mesi». Uno scenario da incubo. Innanzitutto per i lutti e le devastazioni che sta provocando in Ucraina e poi per lo choc energetico che a breve si abbatterà sull’Occidente, con quel che ne conseguirà in termini di crisi in tutti i settori. Un vero peccato alla luce dei grandi passi avanti fatti sulla strada della reciproca comprensione tra Russia e Occidente, grazie proprio all’Italia. Fu infatti Berlusconi a far incontrare Bush Jr. e Putin a Pratica di Mare. Fu quello il momento del massimo avvicinamento. «Putin – ricorda amaro Tajani – ha cominciato ad allontanarsi qualche tempo dopo quell’incontro».

«Le sanzioni devono restare»

Un distacco sempre più marcato, fino ad arrivare all’oggi con la Russia sei volte sanzionata da Ue e Stati Uniti. «Attenzione perché la Russia diventerà lo strumento della Cina, altro grande politico», avverte l’ex-presidente del Parlamento europeo. Quanto alle sanzioni, Tajani non ha dubbi: devono restare. «Non possiamo cambiare posizione – spiega -, ne va della nostra dignità e serietà». Tanto più, rileva, che qualche problema al Cremlino lo stanno creando. «Se non avessero provocato danni alla loro economia – conclude l’esponente forzistaPutin non sarebbe arrivato a usare il gas come arma di ricatto».

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