Sesto San Giovanni, nella sfida Rauti-Fiano rivive la tesi dello “sfondamento a sinistra”

12 Set 2022 9:51 - di Michele Pezza
Rauti

Lui è Emanuele Fiano, deputato del Pd, figlio di Nemo, sopravvissuto ad Auschwitz. Lei è Isabella Rauti, parlamentare di FdI, figlia di Pino, fondatore di Ordine Nuovo e già leader del Msi-Dn. Assieme ad altri candidati “minori”, i due si contendono l’altamente simbolico collegio di Sesto San Giovanni, già Stalingrado d’Italia per le percentuali “bulgare” che la sinistra, il Pci in particolare, vi otteneva. Inutile rimarcare come la disfida tra Fiano e Rauti abbia acceso la fantasia dei giornali. Alla stampa – buon ultima Repubblica – non è parso vero poterla presentare come la contesa tra il figlio dell’ebreo deportato e la figlia del repubblichino fascista.

La lezione di Pino Rauti

Una “lettura” che senza dubbio c’è. A patto, però, di non trascurare l’altra, altrettanto calzante e che trova proprio nel collegio di Sesto San Giovanni il luogo di inveramento della più suggestiva tra le tesi di Pino Rauti: lo sfondamento a sinistra. Pochi lo ricordano, ma da leader dell’opposizione interna (sì, il Msi-Dn praticava il metodo democratico, la sua leadership era contendibile ed esistevano le correnti) Rauti teorizzò l’abbandono dell’etichetta di destra, recuperando in compenso una più radicale critica al modello di sviluppo capitalistico.

Attualità della destra sociale

«Non ci mettiamo la camicia rossa – scrisse nelle tesi congressuali del 1979 -, ma ci riprendiamo quello che è nostro». Rauti aveva vista lunga: non gli sfuggiva che se il comunismo andava contorcendosi sotto il peso dei propri fallimenti, restavano pressoché intatte le ragioni che lo avevano generato. E tutto questo mentre un capitalismo ormai affrancato da contrappesi ideologici si avviava ormai a fungere da moltiplicatore di disuguaglianze e didistanze. Fu in quel contesto di epocali sconvolgimenti storici, culturali e territoriali che Rauti individuò nello sfondamento a sinistra la nuova missione “sociale” del suo partito.

Sovranismo vs globalismo

Da allora è passato quasi mezzo secolo, ma che quelle tesi siano attuali lo dimostra – ironia del destino – proprio la sfida nell’ex-roccaforte rossa tra l’altra Rauti, Isabella, ed Emanuele Fiano. Da intendere non più come quella tra la figlia del repubblichino e il figlio del deportato, bensì come quella tra la rappresentante di una destra sovranista che raccoglie il grido di dolore degli emarginati, dei non-garantiti e delle periferie e l’esponente di una sinistra appiattita sul conformismo euro-globalista in voga nei salotti radical-chic.

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