Reddito di rappresentanza, Conte vuol dare lo stipendio a Fico & Co: saranno funzionari M5S

30 Set 2022 15:44 - di Michele Pezza
Conte

Salvato il MoVimento, ora bisogna salvare i movimentisti. O meglio, gli ex. Meglio ancora, i trombati, vale a dire i vari Fico, Taverna, Crimi, Bonafede appiedati dal divieto di terzo mandato. È a loro – assicura il Messaggero – che starebbe pensando Giuseppe Conte, già alla ricerca di una soluzione in grado di riciclare i rappresentanti dell’usato sicuro elargendo loro posto e stipendio. A spese del contribuente, ovviamente. E sì, perché il reimpiego degli ex avverrebbe all’interno del M5S, foraggiato (come tutti gli altri partiti) da pubblico denaro in base alla consistenza dei gruppi parlamentari di Camera e Senato.

Conte deve prima trasformare iil M5S in partito

Per raggiungere l’obiettivo Conte deve strutturare il M5S in un partito radicato sul territorio archiviando il grillismo virtuale. Del resto, da quando Casaleggio Jr. ha sciolto i vecchi meet-up, sotto il profilo strutturale i 5stelle sono poco più che una bolla. Giuseppi vuole invece un partito di sedi, frequentato da gente in carne ossa e non più una piattaforma digitale alimentata da clic. Con in più una scuola di formazione politica. E proprio qui troverebbero posto e stipendio Fico e gli altri ex. L’elenco non è lunghissimo, del resto. In compagnia degli ex-parlamentari già citati ci sono l’ex-sottosegretario Fraccaro, il tesoriere Cominardi e l’ex-questore del Senato Bottici più qualche peone. Pochi, tutto sommato. Una mano in tal senso l’ha data Luigi Di Maio, portandosi via una settantina di grillini al momento della sua rovinosa scissione. Meno bocche da sfamare per Conte.

L’incognita Grillo

Non tutto però sarà facile. Per realizzare il suo progetto, l’ex-premier dovrà modificare lo Statuto, operazione che potrebbe portarlo in rotta di collisione con Beppe Grillo. Già, perché l’Elevato dovrebbe aiutare Conte ad impadronirsi completamente della sua creatura? Tanto più che anche l’ex-comico ha famiglia e pure lui ha un contratto con il M5S che gli frutta 300mila euro annui. Contratto ora a rischio decurtazione per via del diminuito numero dei parlamentari 5Stelle. La mannaia della spending review incombe anche su di lui. E resta sempre da vedere se Grillo rinuncerà a parte dei suoi guadagni in nome di un reddito di rappresentanza da elargire a Fico e compagni.

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