Presidenzialismo, Cassese smonta l’allarme della sinistra: «Può consolidare i governi»

29 Set 2022 11:03 - di Prisca Righetti
presidenzialismo

Il presidenzialismo può consolidare i governi: non ha dubbi il giurista Sabino Cassese, già ministro del governo Ciampi, giudice emerito della Corte costituzionale, docente e studioso di fama internazionale delle Costituzioni, italiana e non solo. E in un’intervista al Corriere della sera lo spiega a chiare lettere. In una disamina che – tra storia e giurisprudenza – articola un ragionamento che replica alle dissertazioni allarmistiche della sinistra sulla riforma in discussione. Anche sostenendo: «Guardi, chi pensa che la nostra democrazia possa non reggere all’alternanza che queste recenti elezioni hanno aperto, dà implicitamente un giudizio negativo sulle scelte dei “padri fondatori”. Essi hanno visto lontano. Hanno disegnato strutture istituzionali e forze sociali capaci di reggere, per un lungo periodo di tempo, un ordine che garantisca le libertà fondamentali e la partecipazione democratica dei cittadini».

Cassese sul presidenzialismo: «Può consolidare i governi»

E ancora. Entrando nel merito della riforma, Cassese sottolinea in un passaggio dell’intervista particolarmente esplicativo che: «Innanzitutto, esistono più di una decina di tipi di presidenzialismo. In secondo luogo, una delle forme di presidenzialismo può soddisfare un’esigenza fondamentale: quella di consolidare l’esecutivo. La Costituzione stabilisce quanto tempo durano in cariche i membri del Parlamento. Quanto il presidente della Repubblica. E quanto tempo i giudici della Corte costituzionale. Ma non stabilisce quanto tempo durano i governi. Con la conseguenza di avere avuto 67 governi in 75 anni. Mentre la Germania ne ha avuti due terzi di meno, e un numero ancora inferiore di cancellieri».

«Modificare la Costituzione non è un attentato alla Costituzione se la stessa Carta lo prevede»

Oltretutto, sottolinea Cassese, «quando, nell’ultimo decennio del secolo scorso, si introdusse la riforma presidenziale per comuni e regioni, si disse che si voleva sperimentare il presidenzialismo per poi trasferirlo anche a livello nazionale. La sperimentazione ha dato risultati complessivamente positivi. Perché non tenerne conto?». Eppure, da tempo ormai sul fronte della proposta di riforma costituzionale a sinistra serpeggiano timori e allarmismi che Cassese smonta, prima asserendo che: «Modificare la Costituzione non è un attentato alla Costituzione se la stessa Carta prevede che possa essere modificata. Quella tedesca, che ha la stessa età di quella italiana, ha subito tre volte più modifiche di quella italiana». Poi concludendo: «Ma come non riconoscere il grande balzo in avanti fatto da Fratelli d’Italia, che è diventata sei volte più grande di quanto era quattro anni e mezzo fa? Anche questa è la democrazia, il riconoscimento di un moto accrescitivo, specialmente se così vistoso».

Presidenzialismo e partecipazione democratica dei cittadini

Un fenomeno che peraltro si è ripetuto già in altre tornate elettorali, rileva Cassese, anche se – incalza poi – «va detto però che lo sviluppo recente della nostra democrazia ci ha abituati a rapide conquiste e a rapide perdite: un esempio è il Pd di Renzi, che nel 2014 aveva conquistato il 40%. Il Movimento 5 Stelle che nel 2018 aveva conquistato il 33%. E la Lega che nel 2019 aveva conquistato il 34%». E del resto, aggiunge l’esperto, «proprio perché molte forze politiche hanno sperimentato queste fluttuazioni dell’elettorato, in quel processo continuo di apprendimento che chiamiamo democrazia c’è un ulteriore elemento: le forze politiche debbono mirare non solo a conquistare, ma anche a mantenere il proprio séguito elettorale. Tanto più che dall’altra parte c’è quella che chiamerei la forza del silenzio: cioè quei circa 18 milioni di astenuti che potrebbero domani cambiare completamente il panorama politico».

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *