L’incredibile gaffe del Pd a Roma: perde 10 a 2 ma esulta e ringrazia Gualtieri per i “segnali positivi”

27 Set 2022 15:32 - di Monica Pucci

Perfino “Repubblica Roma“, non certo tacciabile di essere una pericolosa costola fascista della Meloni o una testata riconducibile alla terribile destra estremista che ha vinto le elezioni, non può fare a meno di far notare la clamorosa gaffe del Pd capitolino e del sindaco Roberto Gualtieri. In sintesi, il centrosinistra perde 10 a 2 la sfida dei collegi uninominali di Roma e provincia (e venti a due in tutta la regione Lazio) ma il Pd manda alle stampe un comunicato nel quale parla di “segnali positivi” grazie al lavoro del sindaco Gualtieri. Uno scivolone che scatena le reazioni irridenti innanzi tutto di altri consiglieri del Pd romano e che costringe i firmatari a disconoscere la nota, poi attribuita alla sola consigliera Valeria Baglio. Ecco come racconta la vicenda oggi “Repubblica Roma“, con un pezzo di Marco Mensurati.

La gaffe del Pd che saluta il successo di Gualtieri

“L’agenzia di stampa Dire ha battuto una notizia involontariamente comica che spiegava perfettamente le ragioni della débâcle del Pd (a Roma e non solo). Questa agenzia riportava un comunicato stampa firmato dai consiglieri comunali del Partito Democratico nel quale si celebrava il risultato elettorale come un successo di Gualtieri. ‘Segnali positivi’ di un ‘Pd in crescita’. Proprio così. In redazione abbiamo dovuto fare molte verifiche prima di convincerci che non fosse un fake. Poi ci siamo dovuti arrendere…”, scrive Mensurati sulla prima pagina dell’edizione capitolina.

Poi spiega: “Ora, senza stare qui ad annoiare i lettori provando a spiegare loro le ragioni aritmetiche per le quali, secondo i consiglieri Pd, il massacro elettorale di domenica celi in realtà una vittoria di Gualtieri, ci limitiamo a ricordare che dei 20 collegi uninominali a disposizione, i dem ne hanno vinti due. Cioè: hanno perso 18 a 2. Il problema del Pd, evidentemente, non è aritmetico. Ha piuttosto a che vedere con la percezione che il partito ha del paese a cui parla o a cui vuole parlare; e con la capacità di distinguere il momento di aprire bocca da quello di tacere. Ieri, ad esempio, giorno uno dell’anno zero della destra al potere, non era certo l’occasione per mettersi a giocare con i numeri, governati dall’unica preoccupazione di proteggere il sindaco. Perché a parlare, ancor più dei numeri, erano i fatti. Purtroppo. Sarebbe stato dunque molto meglio limitarsi a riflettere, in silenzio. Magari qualche elettore ci sarebbe cascato, e avrebbe letto in quel contegno il seme di un’autocritica…”, è la feroce critica del quotidiano.

Dove nasce l’autogol del partito di Letta

L’obiettivo del gruppo consiliare del Pd era “difendere” il sindaco dopo la dèbacle, facendo notare che il Pd  ha migliorato il 16,4% delle ultime Comunali raggiungendo il 21,7%. Il che è vero, ma il raffronto è fatto sulle Comunali e in ogni caso non ha impedito che Fratelli d’Italia balzasse al 28,6% e diventasse primo partito proprio a scapito del Pd, oltre a vincere, come centrodestra, l’80% dei collegi uninominali. “Segnali positivi”, certo, ma non per il Pd. E tantomeno per il suo disastroso sindaco.

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