La femminista Bocchetti: “Meloni dà voce alle donne più deboli e sfortunate. La voteranno in tante”

12 Set 2022 8:56 - di Sara De Vico

“È un’avversaria, forte temibile, ma non una nemica. Mi piace pensare che mai una donna possa essere nemica delle altre fino in fondo”. In una lunga intervista al Domani una femminista storica come Alessandra Bocchetti smentisce l’ossessiva narrazione della sinistra, inaugurata da Natalia Aspesi,  sul “pericoloso maschilismo” di Giorgia Meloni. Da tenere a distanza di sicurezza da Palazzo Chigi.

Bocchetti: la Meloni dà voce alle donne più sfortunate

È un errore, una lettura miope, spiega la scrittrice che certo, biografia alla mano, non può essere accusata di “intelligenza con il nemico”. Dalla collettivo femminista Studio Ripetta  passando per “Se non ora quando”, l’insorgenza femminista contro il berlusconismo. Comincia con il benedire l’eventuale elezione della prima premier come una “buona cosa, una rottura con il passato” per approdare a una lettura sociale del voto. La leader di FdI dà un messaggio di speranza alle ultime, alle donne non garantite e trascurate dalla politica. La sinistra è servita.

Prenderà i voti dalle donne più povere e sfortunate

“Sento fare ipotesi. Dove sta prendendo i voti la Meloni? – dice la Bocchetti – c’è chi dice da Forza Italia, chi dice dalla Lega o addirittura dal Pd. Non sento nominare quel bacino certo di coloro che in genere non votano. Secondo me è proprio lì che prenderà tanti voti. Tra i non votanti due su tre sono donne e sono le più povere. Le meno istruite, le più sfortunate. Quelle che affrontano a mani nude le difficoltà del giorno per giorno“.

La sinistra non sa più parlare all’universo femminile

È lì, tra le donne più deboli, che la Meloni potrebbe sfondare. Una bordata alla sinistra che conferma di aver perso la sua storica vocazione sociale.  “A loro la sinistra dovrebbe dare parola, ma la sinistra adesso è attratta da altri soggetti. A queste donne la parola sarà Giorgia Meloni a darla. Una parola di riscatto, di speranza, di novità. Sarà un’illusione – aggiunge naturalmente –  ma tuttavia tante di queste donne si impegneranno a votare e voteranno lei. In lei vedranno quella forza, quello spazio, quell’ascolto che non hanno”.

“Detesta le pari opportunità. Sono d’accordo”

Dall’uomo forte alla donna forte? L’immagine della leader di FdI che sfida tutti da sola è, per la teorica del femminismo, un’immagine di forza. Che le viene – aggiunge – anche dalla sua autobiografia. La Meloni “appartiene a quella generazione di donne che non si chiedono più se le donne sono capaci di fare quello che fanno gli uomini. Ma cominciano a pensare che lo possono fare meglio”. E ancora, una nuova sferzata ai compagni e alla compagne. “La cifra del vittimismo, tanto caro alla sinistra, vera trappola per le donne, non le appartiene. Le politiche delle pari opportunità le fanno orrore. In questo sono proprio d’accordo con lei”.

Ma non basta una spolverata di femminismo

Ma le affinità finiscono qui. Non potrebbe essere altrimenti. “Tuttavia – aggiunge e sottolinea la Bocchetti  penso che la Meloni sia un vero pericolo per le donne. Il suo assetto è totalmente patriarcale. «Dio», «Patria» e «Famiglia» a casa sua sono scritti in maiuscolo”. E giù parole di condanna sulle frequentazioni imbarazzanti dell’ex ministro della Gioventù, Orban, Vox passando per il Family day e le politiche antiabortiste. Insomma le femministe non si faranno incantare, lascia capire. “Non avrà il loro voto. Non basta una spolverata di femminismo all’ultimo minuto”.

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