Guerri: Giorgia provi a sorprendere gli italiani, sia innovatrice sulle orme di D’Annunzio
Guerri: il vero fascismo è quello delle multinazionali
Ecco le sue parole in un intervista a La Verità: “Non vedo nessun pericolo di fascismo, se per fascismo intendiamo una dittatura di destra che certamente non è nell’interesse di nessuno resuscitare. E se anche fosse l’Europa non ce lo permetterebbe. Peraltro l’Europa è una falsa nemica. C’è sì un fascismo che dobbiamo temere: è quello delle multinazionali, delle grandi aziende di internet. È di questo tipo di potere assoluto degli algoritmi di oggi che si deve avere paura perché quello è il vero pericolo”.
“La sinistra cercherà di smentire i risultati delle elezioni”
Un eventuale governo di centrodestra dovrà stare in guardia contro le ingerenze della magistratura, secondo Guerri. “Certamente la magistratura interviene volentieri e la sinistra farà il suo lavoro. Cercherà, come peraltro è riuscita più volte, a impapocchiare, a produrre un’accozzaglia pur di smentire i risultati delle elezioni. Se accadrà non ci sarà nulla di nuovo sotto il sole”.
Guerri: Meloni si ispiri a D’Annunzio
“Per questo – continua – è importante la tenuta di un governo di destra che sono convinto sarà sorprendente a parte la possibile leadership di una donna. Giorgia Meloni il primo presidente donna con governo di destra. Sarà un governo sorprendente se come D’Annunzio saprà innovare. Lui non era di questo tipo di destra, la paura che mi fa questa destra è quando s’ ispira e pratica un conservatorismo spinto. Non bisogna conservare c’è da innovare. L’Italia ha bisogno di andare avanti velocemente perché sta perdendo la sfida della modernità sociale, tecnologica, negli studi. Serve una destra capace di guardare avanti”.
“Concentrare tutte le energie sulla scuola”
A parte l’evoczione di una destra più futurista e meno conservatrice, Guerri suggerisce di focalizzare l’attenzione delle politiche del prossimo governo sulla scuola. «Sulla scuola sono 50 anni che dico che è il vero grande problema del Paese, lì va fatto ogni sforzo: di soldi, d’intelletto e di energie. Ciò detto l’identità dei popoli è oggi il problema dell’Europa. Il grande errore è stato puntare tutto sull’economia e non sulla cultura. Nel lungo periodo i popoli si devono conoscere e riconoscere.