Crosetto prefigura la disfatta della sinistra: «FdI? Può arrivare anche al 30%». E non è solo un’ipotesi
«In questi ultimi dieci anni, dimostrando coerenza, Giorgia Meloni è riuscita ad assumere una credibilità che adesso la porterà a essere il primo partito». Guido Crosetto non ha dubbi sull’imminente affermazione elettorale del centrodestra, e della leader di Fdi in particolare. E pregustandone già il sapore che si profila (forte dei sondaggi degli ultimi mesi soprattutto) dimostra di non temere di apparire spavaldo o scaramanzie di sorta. Tanto che, a sette giorni dal voto, ai microfoni di Rtl 105 il co-fondatore di Fratelli d’Italia affida il suo pronostico sulle urne. Quanti voti prenderà Giorgia Meloni? Previsioni? «Il 28% o 30%», risponde l’imprenditore piemontese, fiducioso negli elettori.
Crosetto sente odore di vittoria: «Fratelli d’Italia può arrivare anche al 30%»
Ma anche convinto del buon operato di Fratelli d’Italia, e confortato dai pregressi storici e politici del Belpaese. «Conosco la storia dell’Italia – spiega infatti Crosetto –. Abbiamo avuto il primo governo che metteva insieme il M5S e la Lega. Abbiamo avuto governi in cui c’erano partiti che si odiavano, si contraddicevano. E però li abbiamo avuti e sono andati bene a tutti. Ora il centrodestra, che ha dei punti di differenza, che i suoi leader sono comunque riusciti a limare, sta costruendo un programma su cui tutti si riconoscono. Perché mai dovrebbero fare più paura? Mi sembrerebbe una contraddizione»…
E una valanga di collegi…
Non solo. Proseguendo nella sua disamina sulla base di precedenti storici e ultimi sondaggi, Crosetto aggiunge anche: «Sono convinto che il centrodestra ad oggi vincerà anche perché questa legge elettorale un terzo dei posti li assegna attraverso collegi uninominali. Laddove la divisione degli altri partiti agevola la coalizione di Meloni, Salvini e Berlusconi. Questo consentirà di prendere oltre l’80% dei collegi uninominali italiani. E non è un’ipotesi», sottolinea l’intervistato a Rtl 105, rinvigorendo affermazioni e convinzioni.
«Dò sempre una mano a Fdi: il mio ruolo è quello del “grillo parlante”…»
Ma allora – tuona la domanda dalle cento pistole – lei «farebbe il ministro?». «No, grazie», replica Crosetto in radio. Poi spiega: «Io dò sempre una mano a Fratelli d’Italia. Sono andato in giro per l’Italia a spiegare ad esempio qual è l’idea per cercare di intervenire sul caro bollette. Sono stato molto spesso ispiratore di alcune delle idee del programma del partito, e me ne assumo la responsabilità con orgoglio. Il mio ruolo è questo: faccio un po’ il grillo parlante, che però fa una brutta fine», chiosa scherzosamente l’ex co-fondatore di Fdi…
Crosetto sull’appoggio esterno a Fdi
Ed è vero: il suo appoggio esterno è spesso chiarificatore e vincente. L’ultimo suo intervento mirato a sgomberare il campo dagli equivoci pretestuosamente disseminati dalla sinistra, riguarda allora le recriminazioni piovute da parlamentari dem e rilanciate dai media del mainstream sulla legge 194. Una legge che allarmi e accuse infondate rilanciate da deputate del Pd e crociate social davano come “in pericolo” e messa in discussione.
Crosetto: «La Meloni non ha mai detto di voler modificare la legge 194»
Mentre, chiarisce una volta per tutte Crosetto – dopo l’ennesima rassicurazione arrivata dalla stessa Meloni – «Giorgia non ha mai detto di voler modificare questa legge. Il dibattito è partito dalle Marche, dicendo che lì è più difficile abortire. Le difficoltà di abortire dipendono dall’obiezione di coscienza dei medici, non da certi politici. Ritengo che la legge 194 dia la possibilità di scegliere: e prevede che tutte le scelte siano supportate dallo Stato. Da una parte chi vuole abortire deve avere la possibilità di farlo. Dall’altra, chi vuole tenere il bambino deve trovare un supporto economico che gli consenta di non essere obbligato ad abortire». Talmente chiaro…