Contro la destra “Repubblica” arruola persino il grigio Hollande: «Putin punta sui suoi leader»

10 Set 2022 10:56 - di Michele Pezza
Hollande

Negli annali sarà ricordato come il più grigio presidente francese ma le sue parole, di questi tempi,  diventano oro colato se servono ad insultare la destra. Figuriamoci, perciò, se Repubblica si lasciava sfuggire l’occasione di arruolare anche François Hollande nella sua crociata contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Due leader, manco a dirlo, che l’ex-inquilino dell’Eliseo presenta come funzionali ai disegni revanscisti di Vladimir Putin. Alla fine, quel che ne viene fuori è il solito minestrone a base di fiamme, neofascisti, populisti, anti-Ue e – ça va sans direfilo-Putin. Insomma, chi più ne, più ne metta.

Hollande è stato il predecessore di Macron all’Eliseo

Hollande comincia da lontano. «Fratelli d’Italia – azzarda – è il movimento ereditato da Giorgio Almirante (sic, ndr), già legato al Front National di Jean Marie Le Pen, cioè ai neofascisti. La fiamma nel simbolo del Front Nazionale proviene dal Msi». Che intuito, verrebbe da dire. Ma tutto il pippone sulla fiamma non è privo di scopo. Serve ad attaccare Marine Le Pen, la cui strategia di «presentarsi come un partito tra i tanti, prendendo in prestito dalla sinistra il discorso sociale e dalla destra le invettive sulla sicurezza e l’immigrazione» esce rafforzata da quanto accade in Italia. E siamo al punto: quel che ad Hollande dà fastidio è la capacità della destra di sfondare nelle periferie e nei quartieri operai, luoghi ormai abbandonati dalla sinistra in nome del conformismo euro-globalista.

A Roma come a Parigi, la destra “sfonda” nell’elettorato di sinistra

Come tanti della sua parte politica, l’ex-presidente francese reagisce alla nuova situazione non con un chiaro mea culpa, ma demonizzando l’avversario. Che non a caso diventa subito un «pericolo», oggi per la democrazia, domani per l’Europa, dopodomani per chissà chi. Purtroppo per Hollande e compagni, i cittadini hanno smesso da tempo di abboccare a certe esche avvelenate. Le analisi più o meno interessate e i discorsi più o meno preparati lasciano il tempo che trova. La verità è molto più semplice: le società europee vivono un’epoca di profonde trasformazioni: la destra lo ha capito, la sinistra no.

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