Calenda se la suona e se la canta: “Governo con la Meloni”, “Anzi no”. Letta si irrita
Calenda prima si dice pronto a un governo con Meloni. Poi, alla levata di scudi dei colleghi di sinistra, fa retromarcia e si rimangia tutto. Il leader di Azione, all’indomani del suo intervento al Forum Ambrosetti, continua a pontificare sul suo programma e sulle sue ambizioni: («Che obiettivo mi dò? Il 19%, quello che ho preso a Roma alle comunali», dichiara per esempio a Isoradio), e in un’intervista a Rtl amplia il raggio dell’impronta ecumenica data alla sua campagna elettorale guardando a destra. E mentre nega la possibilità di una alleanza col Pd dopo il risultato delle urne («Altrimenti l’avrei fatta prima», dice), apre ad una larghissima coalizione. Larghissima perché declinata all’idea di un governo di unità nazionale nel quale – incalza sempre Calenda – mi auguro dentro ci sia anche la Meloni». Nel centrosinistra scoppia il putiferio: Letta s’inalbera. Fratoianni si stizzisce. E la Serracchiani si scompone. Tanto che in serata, il leader di Azione prova a fare un passo indietro o, quanto meno, ad aggiustare il tiro…
La sinistra impazzisce e Calenda si rimangia tutto: «Governo con la Meloni? Ma quando mai»
«Un governo con la Meloni? Ma quando mai. Anche perché sarebbe un controsenso rispetto a quanto fatto finora. Io ho detto una cosa diversa: se io fossi Giorgia Meloni che non ho grande esperienza, direi meglio andare avanti con Draghi. Non lo farai mai? Amen». Ai microfoni di Isoradio Carlo Calenda prova la retromarcia ma ormai la bomba è esplosa. Il segretario del Pd Letta ha già sentenziato col solito piglio da Torquemada in remissione, e rispondendo ai cronisti che gli chiedono un commento su quanto detto in tarda mattinata dal leader di Azione, augurandosi «una alleanza comune» anche con Giorgia Meloni, dichiara: «Calenda fa quello che crede, ovviamente. Mi sembra che sia chiaro ormai: il Terzo polo guarda a destra». Quindi il segretario dem aggiunge e conclude: «Questa è la conferma di quello che diciamo: e cioè che chi vuole battere la destra ha un solo voto utile, quello per il centrosinistra. Tutti gli altri sono voti che in un modo o nell’altro aiutano le destre».
Fratoianni: «Governo con la Meloni? Scrivi Azione e leggi destra…»
Fratoianni ci va giù ancora più pesantemente. Anche perché, qualche sassolino dalla scarpa da levarsi al cospetto di Calenda ancora ce l’ha. «Beh ora si spiega l’ossessione di Calenda nei confronti del sottoscritto e di Bonelli, e contro l’alleanza Verdi Sinistra», tuona Fratoianni. Poi prosegue: «Il suo vero obiettivo è giungere ad un governo ancora più largo dell’attuale, coinvolgendo perfino Fratelli d’Italia e la Meloni. Si scrive Azione si legge destra»…
Serracchiani: «Calenda? Che notevole capriola…»
Al coro di critiche della sinistra si aggiunge anche la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, che nonostante si mostri più rassegnata, nella sua disamina con commento al vetriolo non manca di sottolineare: «Calenda ci ha abituato a cambiare idea nel giro di poche ore. Quindi non dovrebbe stupire se ora pensa di formare un governo insieme a Fratelli d’Italia. Ma certo diventare alleato di chi al governo Draghi ed alle sue scelte si è sempre tenacemente opposto, è una notevole capriola»…