Bonino non ci vuole stare: dopo l’esclusione dal Parlamento chiede il riconteggio dei voti
Uscita sconfitta dalla sfida uninominale al Senato e rimasta fuori dal parlamento per non aver superato la soglia di sbarramento proporzionale al 3%, Emma Bonino non ci vuole stare e chiede il riconteggio dei voti di +Europa. Il suo partito si è fermato al 2,95% e a questo si appella la leader, sostenendo che di fronte a quello 0,5% un nuovo controllo dei voti è «dovuto».
Bonino chiede il riconteggio dei voti: «È dovuto»
«La richiesta di riconteggio dei voti è, a mio modesto avviso, necessaria e dovuta», ha detto Bonino in video collegamento alla conferenza post elettorale di +Europa. Un intervento in cui non sono mancati veleni: «C’è chi si dispiace del risultato, un po’ tardi e in modo un po’ ipocrita, perché, a meno che non sia completamente scemo, lo sapeva perfettamente», ha detto, riferendosi evidentemente a Carlo Calenda, che ha corso contro di lei all’uninominale, uscendone anche lui sconfitto da Lavinia Mennuni di FdI, e che si era detto «molto dispiaciuto» per il fatto che la leader radicale non fosse entrata in Parlamento. «Il Pd l’ha usata contro di me», ha sostenuto il leader di Azione, aggiungendo che «mi spiace per +Europa che non raggiunge la soglia, le porte continuano assolutamente a essere aperte».
Bonino fuori dal parlamento, +Europa rappresentata da Della Vedova
Le porte che Bonino vuole attraversare, però, sono quelle del Parlamento, nel quale comunque +Europa è rappresentata dal segretario Benedetto Della Vedova, che invece la sfida dell’uninominale l’ha vinta. «Il risultato, da un punto di vista politico, ha dello straordinario», ha sostenuto Della Vedova. «Il problema è che ci siamo fermati a un 2,95%. Una sorta di errore statistico: lo 0,05% sono poco più di 10mila voti a livello nazionale, a fronte di centinaia di migliaia di schede nulle. Per questo – ha ribadito – chiederemo un riconteggio dei voti».
Bonino (e Calenda) sconfitti da Lavinia Mennuni
Una richiesta che, evidentemente, non si può estendere alla bocciatura di Bonino da parte degli elettori dell’uninominale, che hanno premiato con ampi margini Mennuni in una sfida che per la candidata del centrodestra sembra difficilissima, se non impossibile, dovendosi scontrare con due “big” come Bonino e Calenda in un collegio della “Roma bene” tradizionalmente più orientato a sinistra. Alla fine la candidata di FdI ha sbaragliato tutti conquistando il 36,30% dei consensi.